Stranieri, l'Italia si sveglia e invoca un "asilo europeo"

Il ministro Pinotti vuole una sede Frontex a Roma: chiederemo alla Ue che i rifugiati non siano più obbligati a restare nel Paese di approdo

Stranieri, l'Italia si sveglia e invoca un "asilo europeo"

Roma - Una raffica di messaggi all'insegna dell'«avanti c'è posto». Iniziative legislative coerenti con l'impostazione delle frontiere aperte, come l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, votata in aula dal Pd e dal Nuovo Centrodestra. I continui rilanci nella direzione dello ius soli, bandiera ideologico-buonista fatta sventolare confusamente a dispetto delle normative degli altri Paesi europei e senza tenere conto che quell'istituto viene applicato nei Paesi sottopopolati, non certo in Italia dove la densità di popolazione è elevatissima. Poi, improvvisamente, il tentativo di fare la voce grossa da parte del governo Renzi - complice probabilmente l'imminenza delle Europee - con la proposta di una «messa in comune» comunitaria dei rifugiati.

«Nel nostro semestre europeo chiederemo che Frontex abbia una sede in Italia e che si accetti l'idea che i diritti dei rifugiati includono per loro anche la possibilità di spostarsi nel Paese che vogliono. Va superata l'idea che il rifugiato debba restare nel Paese in cui sbarca la prima volta» dice il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in un colloquio con il Mattino. Sull'argomento si sofferma anche Angelino Alfano. «Vogliamo difendere la frontiera, chiediamo una sede di Frontex in Italia e chiediamo anche che ci sia da parte dell'Europa un'assunzione di responsabilità nella difesa della frontiera del Mediterraneo». Matteo Renzi, invece, sceglie apertamente toni da campagna elettorale. «Non possiamo pensare che l'immigrazione si possa gestire mandando Borghezio al Parlamento europeo - dice il premier -, questa è la conseguenza: mandate Borghezio al Parlamento europeo e troverete un'Europa che volta le spalle. Mandate persone serie». Nel suo intervento il segretario del Pd lancia una stoccata all'Europa che davanti alla tragedia al largo di Lampedusa «pensa di dettare le regole su come si pesca il pesce e poi volta le spalle» a chi soccorre i naufraghi. «L'Europa non può pensare che il Mediterraneo sia un problema nostro. Prima di tutto c'è il valore di un popolo che non si gira davanti al dolore e noi siamo quel popolo».

Naturalmente nel mosaico impazzito delle posizioni del Pd e del governo nel suo complesso sull'immigrazione non può mancare il rilancio sullo ius soli di Cecile Kyenge, con una richiesta rivolta al premier Renzi, al quale consegna una lettera nella sede del Pd di Sassuolo, nel Modenese. «Chi nasce e cresce in Italia entri in classe il primo giorno di scuola elementare da cittadino italiano. Portiamo questa proposta alla direzione del Pd, al governo e in Parlamento. La politica ha perso troppo tempo sullo ius soli», dice l'ex ministro, ora candidata alle Europee. Questi confusi segnali arrivano a tre giorni dalla diffusione dei dati Frontex, dati che certificano come nel primo quadrimestre del 2014 il numero di stranieri che hanno raggiunto le coste italiane sia aumentato dell'823% rispetto ai primi quattro mesi del 2013: da 2700 a oltre 25 mila nuovi arrivi rilevati.

In questo contesto spezzettato, è l'europarlamentare uscente di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza, a spedire un «memo» al governo Renzi.

«La Pinotti e con lei Alfano e Renzi sbraitano contro l'Europa ma sono stati i loro governi a firmare gli accordi di Dublino che scaricano sugli Stati di primo approdo tutto l'onere dei profughi. Servono una redistribuzione obbligatoria in tutti i Paesi Ue e soldi europei per l'accoglienza: siamo stufi di pagare per l'inerzia del centrosinistra».

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