Monti ora fa il politico: "Non escludiamo di ridurre le tasse"

Il premier: "Non escludo che si possa individuare un percorso di riduzione del carico fiscale". Poi Palazzo Chigi precisa: "Nulla ha detto il presidente su misure fiscali da adottarsi entro fine legislatura"

"Non escludo che si possa individuare un percorso, anche soltanto per una prima tappa, di riduzione del carico fiscale". La pressione fiscale ha superato il 55%, le tasse, vecchie e nuove, continuano a pesare sul bilancio delle famiglie e delle imprese italiane, e il premier Mario Monti rassicura tutti. Il capo del governo lancia un barlume di speranza. Che al momento però è solo un annuncio politico. Nulla di più.

Perché non è ancora chiaro se la riduzione della pressione fiscale sia veramente possibile e attuabile. Più volte lo stesso presidente del Consiglio, insieme con alcuni ministri (Passera in primis) aveva spiegato come un abbassamento delle tasse non fosse percorribile, vuoi per l'instabilità dei mercati che non lo consentono, vuoi perché la priorità è quella del rigore e dell'equilibrio dei conti.

Adesso, rispondendo alla domanda di Enrico La Loggia durante l’incontro con l’Intergruppo parlamentare per l’Agenda urbana, il professore bocconiano rassicura, più che annuncia. Quel "non escludo che si possa individuare un percorso, anche soltanto per una prima tappa, di riduzione del carico fiscale" è una frase che non dice nulla, se non è accompagnata dai fatti. Soprattutto se fatti e dichiarazioni di altri esponenti del governo non collimano con questa frase.

Infatti, proprio ieri il ministro dell'Economica Vittorio Grilli ha ammesso che la crescita economica "non è una parola magica" e che il governo "non ha la bacchetta magica". Spiegando che il "Pil tornerà a crescere soltanto nel 2015", Grilli ha poi annunciato che "nel programma del governo sono presenti interventi specifici per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, finalizzati a dare maggiore certezza al sistema tributario, limitando i fenomeni di erosione fiscale e proseguendo nell’azione di contrasto all’evasione e all’elusione".

In aggiunta a tutto ciò, l'esecutivo "punta a una riforma fiscale, un nuovo patto tra fisco e contribuenti che potrebbero creare le condizioni per evitare l’aumento delle aliquote Iva, già previsto dalla legislazione vigente, a partire dal secondo semestre del 2013". Potrebbero. L'azione del governo è basato sul condizionale. E se non è certo che venga scongiurato l'aumento dell'Iva, credere che vengano abbassate le tasse e ridotto il carico fiscale è impresa per eterni ottimisti. Al momento, la dichiarazione di Monti sembra più un proclama politico che una intenzione reale. Un ballon d'essai per percepire umori e reazioni, in vista delle prossime elezioni.

E la conferma è arrivata direttamente da Palazzo Chigi che con una nota ha precisato: "Nulla ha detto il presidente Monti su misure fiscali da adottarsi entro la fine della legislatura".

Secondo la nota del governo, il premier ha soltanto detto, rispondendo alla domanda di La Loggia, che "individuare un percorso, per anche soltanto una prima tappa...Non lo escludo". Come non detto, insomma. Altro che riduzione fiscale.

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