Quelle vacanze siciliane, con un finanziere che all’epoca era un rispettabile maresciallo della Dia nonché il braccio destro del pm antimafia Antonio Ingroia, e che poi si è rivelato essere la talpa di un mafioso, sono il suo nervo scoperto. E chi vuol fargli venire un travaso di bile lo sa bene. Basta anche solo sfiorare il capitolo Giuseppe Ciuro e le sue ferie in Sicilia di dieci anni fa,ed ecco che Marco Travaglio perde l’ironia che è la cifra del suo personaggio e diventa una iena. Non basta che la vicenda sia ormai nota e da luistessochiaritarendendopubblici assegni e bonifici con cui ha pagato quei soggiorni al mare nel Palermitano. Non basta che uno dei protagonisti della polemica, Giuseppe D’Avanzo, il guru del giornalismo giudiziario che tirò fuori su Repubblica quella vicenda, nel frattempo sia morto. Anche solo un cenno a quella storia e Marco scatta. Troppo, per lui, tollerare che gli si rinfacci quel rapporto amichevole - suo ma anche di altri cronisti che all’epoca si occupavano di giudiziaria a Palermo - poi rivelatosi imbarazzante.
L’ultimo a imbattersi nel Travaglio furioso è stato l’ex direttore del Tg1 e del Sole 24 Ore , Gianni Riotta, che ha inviato al Corriere.it una lettera contestando la ricostruzione fatta da Travaglio, a «Servizio Pubblico», sul trattamento riservato dal suo Tg1, nel 2007, al primo V-Day di Beppe Grillo. «Spiace l’accanimento contro il lavoro di tanti colleghi perbene», scrive Riotta. E aggiunge: «Ricordo con che toni accorati il compianto collega de la Repubblica Giuseppe D’Avanzo ammonì Travaglio sulla sfortunata vicenda delle vacanze da lui trascorse nel 2003, con varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto, in compagnia di un personaggio condannato per mafia, l’ex maresciallo della Guardia di Finanza Ciuro. Travaglio – scrisse saggiamente D’Avanzo-non farti eterno giudice di chi dissente da te, o rischi che, per esempio sulla vicenda vacanze con Ciuro, la condanna senza processo colpisca te». Apriti cielo.«Quanto alle mie vacanze in Sicilia nel 2003 – contro-tuona Travaglio –informo il disinformato Riotta che non furono affatto “sfortunate”. E che non esistono “varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto”.
Esiste una sola certezza: il conto l’ho pagato io,come ho dimostrato pubblicando online i bonifici e gli assegni (detto per inciso- contrariamente a quanto scrive il disinformato Riotta - il maresciallo Ciuro, presente nello stesso luogo in cui soggiornavo anch’io, non è mai stato condannato per mafia). Ma di questo, con Riotta, avremo occasione di riparlare in tribunale». Nulla di penalmente rilevante, in quelle vacanze. Il caso esplode nella primaveraestate del 2008,quando D’Avanzo racconta su Repubblica quella villeggiatura comune del giornalista con il finanziere che nel novembre del 2003 sarà poi arrestato con l’accusa di essere una talpa a servizio di un manager della sanità poi a propria volta condannato per mafia, Michele Aiello. Non solo. D’Avanzo scrive anche che il difensore di Aiello dice che il suo assistito afferma di aver fatto una volta una cortesia a Ciuro, pagare il soggiorno di un giornalista che poi seppe essereTravaglio. Unasberla. Travaglio s’infuria, annuncia querele, e spiega: conoscevo Ciuro, che aveva lavorato anche con Falcone, come chiunque si occupasse di giudiziaria a Palermo; pagai tutto di tasca mia come dimostrano bonifici e assegni; maisentitoparlarediAiellofino al suo arresto.
Poteva finire lì. E invece passano gli anni, si consolidano le condanne – quella di Ciuro è definitiva, 4 anni e 8 mesi per accesso abusivo alla rete informatica della Procura, rivelazione di segreti istruttori e favoreggiamento, più 35mila euro da dare alla Finanza, lo ha deciso ora la Corte dei conti- ma il teatrino si ripete: chi viene attaccato da Travaglio gli ricorda le vacanze e lui esplode. Esplode, ma va per la sua strada, attaccando altri.
Come il procuratore antimafia Piero Grasso, «reo» di aver lodato Berlusconi e di avere criticato l’attivismo politico di Ingroia con un editoriale in prima pagina:«Ingroia –ha scritto ieri Travaglio – è uno dei pm che indagano sulle trattative Stato-mafia, che quando Grasso era procuratore a Palermo erano tabù». Sempre meglio di Repubblica, che ha nascosto la notizia in una breve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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