Troppi test e quiz omologati, la professione dell'insegnante non esiste più

Dura accusa all'amministrazione di New York: Gerald "Jerry" Conti lascia la scuola dopo 40 anni di insegnamento perché l'attuale modello esclude la creatività

Troppi test e quiz omologati, la professione dell'insegnante non esiste più

Il governo ha venduto i nostri figli a società private che si occupano dei test di valutazione». É un duro atto d'accusa contro le istituzioni quello lanciato da Gerald "Jerry" Conti, un professore alla Westhill High School di New York che ha deciso di lasciare questa scuola dopo 27 anni perchè «la professione dell'insegnante non esiste più». Non esiste più, afferma il docente, perchè ingabbiata nelle procedure di continue verifiche che puntano a risultati omologati, escludendo di fatto l'apporto personale dell'insegnante.
Il professore ha postato sulla sua pagina Facebook la lettera di dimissioni consegnata ai suoi dirigenti insieme alla foto del porcellino dei Looney Tunes, i cartoni animati della Warner, che dice: «É tutto ragazzi». Il post è ironico ma il gesto del docente è serissimo ed affonda le sue radici negli ultimi anni di insegnamento del professore che spiega come la sua professionalità sia stata azzerata da una scuola che sembra non credere più alle idee e alle parole.
Conti spiega di aver dedicato tutta la sua vita all'insegnamento, 40 anni di cui 27 alla Westhill, nella convinzione che «lo studio non prepara alla vita ma è la vita stessa», come diceva il pedagogista John Dewey.
Ma ora, denuncia il professore, questo approccio di totale dedizione all'insegnamento ora è «addirittura disprezzato» perchè si persegue il conformismo, la standarizzazione e un'aderenza acritica ai cosiddetti "saperi essenziali" .
Non c'è più alcuno spazio per la creatività, la libertà di insegnamento, l'autonomia dei docenti, la sperimentazione, l'innovazione. Conti accusa l'amministrazione di essere stata sorda di fronte alle richieste dei docenti e di aver invece imposto test e sistemi di valutazione «bizantini e draconiani». La libertà degli insegnanti è stata limitata e tutto il tempo preso dalle "Revisioni annuali delle performance professionali" e dunque non ne rimane più «per discutere e confrontarsi con gli studenti ed i colleghi».
Insomma conclude il professor Conti: «ho capito che non sono io che lascio la mia professione ma è la mia professione che non esiste più».
Le perplessità su un sistema educativo interamente basato sui test e quiz stanno diventando sempre più popolari negli Usa dove sta anche crescendo il partito "antitest". In molte scuole gli insegnanti si sono rifiutati di somministrare alcuni specifici test ai loro studenti.
In Italia le resistenze sono forti e l'introduzione del concetto di valutazione è molto più recente ma il modello verso il quale sta andando tutta l'Europa è comunque questo. Nel nostro paese è l'Istituto nazionale di Valutazione, Invalsi, ad avere in mano la gestione dei test che progressivamente sono entrati a regime nel sistema. Prima soltanto come sperimentazione e poi anche come elemento di valutazione degli studenti. A partire dal 2015 entreranno a far parte delle prove da sostenere per ottenere la maturità.

Proprio l'ingresso dei test come terza prova per il diploma ha scatenato anche la protesta dei docenti che si ribellano a questo tipo di valutazione percepita come "estranea" al mondo della scuola e alla storia scolastica degli studenti. Molti docenti hanno già invitato i genitori a tenere a casa i ragazzi nei giorni in cui si terranno i test Invalsi previsti in svariate classi di ogni ordine e grado per il mese di maggio

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