Tutte le volte che. Tutte le volte che, anche per mister Letta Enrico, (non solo e non sempre per il tanto odiato Silvio nazionale) l'abolizione dell'Imu fu al centro del discorso. Le ultime parole famose che hanno talmente compromesso e impegnato l'attuale presidente del Consiglio da fargli meritare oggi un pubblico sbeffeggiamento nel caso, prima o poi, si dimenticasse della promessa fatta che, come ha ricordato puntualmente il Cavaliere ieri, è l'asse portante dell'intesa delle larghe intese.
L'ultima uscita o fuoriuscita del premier piddino? Giusto pochi giorni fa a Bolzano quando così si espresse: «Su Iva e Imu entro il 31 agosto sarà detta la parola fine». Ma la stura alle sue dichiarazioni programmatiche Letta in realtà la diede già il 25 aprile quando, incontrando diverse delegazioni di partiti, l'allora ancora presidente del Consiglio incaricato riferì, per esempio, a Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia di «aver preso buona nota della proposta sull'Imu che prevede il rimborso attraverso l'emissione di titoli di Stato a 10 anni per poi attingere alle risorse derivanti dagli interessi che Mps deve pagare allo Stato». Giusto quattro giorni dopo, il 29 aprile fu quasi drastico: «Bisogna superare l'attuale sistema sulla tassazione per la prima casa da subito con lo stop ai pagamenti di giugno». E il giorno successivo, il 30 aprile, ribadì il concetto, a scanso di equivoci: «Confermo che manterremo gli impegni. I modi e le forme con cui troveremo le risorse è roba di casa nostra e non devo spiegarla a nessuno».
E il 5 maggio, udite udite, ospite di Fazio a Che tempo che fa dichiarò: «L'Imu non è una cosa di Berlusconi, il suo superamento faceva parte dei programmi di tutti e tre i partiti politici che sostengono il governo». E ancora il 17 maggio: «Ci sarà tempo fino a 31 agosto, termine entro il quale governo e maggioranza faranno la riforma dell'Imu». E al Festival dell'economia di Trento il primo giugno? «La riforma dell'Imu è un tema su cui abbiamo una scadenza prevista dai programmi di tutti i partiti alle ultime elezioni». Quindi il 23 giugno ancora in tv, ospite di In Mezz'ora lo ascoltammo così: «è stato fissato per legge che entro il 31 agosto ci sarà la riforma dell'Imu e ci impegniamo a mantenere l'impegno». Timida frenatina il 28 giugno: «Su Iva e Imu continueremo a far di tutto per rispettare gli impegni presi, ma senza sfasciare i conti pubblici perché chi pensa che io sia qui per sfasciare i conti pubblici, sbaglia primo ministro».
Quindi il 5 luglio un intervento economico addirittura più articolato: «Ieri c'è stata una grande discussione attorno alle indicazioni uscite dal Fmi. Nel discorso che ho fatto alle Camere e che ha avuto la fiducia del Parlamento c'è chiaramente detto che noi faremo una riforma che supererà l'Imu così come è oggi impostata. E stiamo andando avanti su questa strada: riconfermo che quella è l'indicazione, ci muoveremo nei prossimi giorni di conseguenza». E riecco il refrain il 9 luglio: «L'Imu così com'era non ci sarà più» è l'originale dichiarazione che Enrico Letta distilla durante la registrazione di Ballarò. Dove ribadisce che l'intento del governo «è quello di modificare l'attuale regime, che ha provocato danni al sistema economico visto che è stata una stangata per l'edilizia».
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