RomaFreddato da quattro colpi di pistola mentre era in bicicletta in riva al lago. Un'esecuzione in piena regola, dai contorni ancora misteriosi, quella avvenuta venerdì sera a Como. La vittima, Alfredo Sandrini, 40 anni, di Sorico, stava scontando un residuo di pena per furto in affidamento ai servizi sociali e aveva l'obbligo di rientrare a casa alle 23.
Stava pedalando in via Cinque Case, lungo la statale che collega Domaso a Gera Lario, quando intorno alle 22 è stato raggiunto alla schiena e al torace da quattro proiettili di piccolo calibro sparati in rapida sequenza. L'uomo non è morto sul colpo, nonostante le gravi ferite è riuscito a rialzarsi e a percorrere altri tre chilometri, verso casa, dove abitava con il fratello. Raggiunta Gera Lario le forze lo hanno abbandonato ed è stramazzato a terra. Una signora affacciata alla finestra lo ha visto e ha chiamato i soccorritori. Il poveretto era ancora cosciente, ma non ha detto nulla di quello che era accaduto, neppure ai medici. Il 118 lo ha trasportato all'ospedale di Gravedona, dove è morto in sala operatoria. In un primo momento chi lo ha soccorso ha pensato che Sandrini fosse caduto dalla bici, soltanto più tardi i dottori hanno scoperto le ferite d'arma da fuoco. Alfredo Sandrini era conosciuto alle forze dell'ordine ed è per questo che le indagini si stanno concentrando sul suo passato. Nel 2009 era stato arrestato per un furto in una sala slot a Mantello, in Valtellina, e condannato ad un anno e otto mesi di reclusione. Da qualche mese aveva ottenuto di scontare l'avanzo di pena ai servizi sociali. Anche se gli investigatori non escludono nessuna ipotesi, la più accreditata è dunque quella di un regolamento di conti. Forse Sandrini aveva fatto qualche sgarro alla persona sbagliata. Anche se i suoi precedenti penali non sembrano tracciare un profilo criminale di rilievo. Ci sono molti dubbi anche sulla dinamica dell'agguato. In un primo momento si era pensato che la vittima fosse stata affiancata da una macchina e che qualcuno avesse sparato dal finestrino. Ma questa pista con le ore ha perso consistenza: sembra più credibile che l'assassino abbia aspettato il passaggio di Sandrini. Qualcuno, insomma, che era a conoscenza delle abitudini e degli spostamenti dell'uomo. I carabinieri, coordinati dal magistrato di turno alla Procura di Como, durante la notte di venerdì hanno cominciato a sentire diverse persone, tra parenti e amici. Hanno passato al setaccio il passato della vittima, le sue attività, la sua rete di contatti.
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