Undici anni per un divorzio, e per i giudici è tutto regolare

Nel settembre 2003 ho presentato presso il tribunale di Nola una istanza di separazione. Prima udienza 27 novembre 2003. Rinvio dilatorio a dicembre successivo per consentire un accordo, senza il tentativo costruttivo di una efficace mediazione da parte del Presidente del Tribunale. A dicembre rinvio, senza preventivo avviso, a febbraio 2004. Da allora rinvii annuali ad udienze successive e rinvii d'ufficio senza preavviso, tanto che i testi sono venuti più volte senza poter deporre. Il giudice è andato in maternità per ben due volte. Ho scritto al Presidente della Repubblica ma mi ha risposto che non poteva di certo intervenire sul calendario delle udienze. Ho riscritto, evidenziando che era il capo del CSM e che ben poteva intervenire sul funzionamento del Tribunale. Questa seconda lettera è stata inviata al CSM che, in una nota a tre firme, mi ha risposto che non si erano riscontrate anomalie. Cosa era successo? Erano state chiesti chiarimenti al Presidente del Tribunale che si era premurato di chiedere, a sua volta, una relazione al Giudice istruttore che aveva in carico la causa. E nel fascicolo è stata pinzata in bella mostra la piccata risposta: tutto regolare, rinvii dovuti ai diritti garantiti, udienze sempre efficaci con rinvii operati a garanzia delle parti! Cornuto e mazziato! Sono cambiati i Giudici e, dopo una sentenza parziale, il voluminoso fascicolo è stato smarrito! Quindi altre udienze per la ricostruzione, E chi pagherà gli avvocati? Conclusione: sono stato costretto a revocare l'incarico al mio avvocato, al quale ho versato 7.

500 euro senza ricevuta (ho scritto alla Agenzia delle Entrate ma senza riscontro), l'attuale Giudice è stato più solerte e disponibile a tentare un accordo, ma la causa ancora va avanti. Forse terminerà in primavera inoltrata. In questo sistema limaccioso tutti sguazzano, con vari vantaggi, e il diritto alla giustizia viene negato. Intanto i politici parlano di divorzio breve!!!

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