RomaIl presidente russo Dmitri Medvedev ci ha avvisato, in un celebre fuorionda televisivo. «Gli alieni sono tra noi». Fantascienza che ci entra in casa, e che tra poche settimane prenderà posto a Palazzo Chigi. Fantascienza evocata dallo spiazzato Casini a proposito del futuro governo Bersani-Monti. Fantascienza fatta propria ieri dal leader di Sel, Nichi Vendola. Questa è la parola-chiave. Senonché l'errore sarebbe immaginarla come sinonimo di impossibile. L'esperienza passata, l'analisi di quanto viene detto tra le righe, la natura dei personaggi - e non solo la profezia di Medvedev - dimostrano che non è quello il significato. Si vuol dire solo che la realtà (da tempo, in verità) supera la fantasia. La fantascienza è qui, ora.
Vendola, uomo di mondo e anche di chiesa, lo conferma davanti alle telecamere di Sky. A dir bugie si fa peccato, dunque premette: «Non siamo mica di fronte a giuramenti davanti a Dio». Il successivo passo è su Monti, da Nichi insignito del prestigioso titolo di «avversario ideale». «Se Monti fa autocritica e corregge alcune delle sue controriforme è un fatto positivo. Con Monti si può costruire un compromesso importante». L'apertura delle porte al signore di Goldman Sachs, rischiando però di alienare l'intero elettorato vendoliano (già decimato da Ingroia e Grillo), viene convenientemente ridimensionata con il terzo salmo: «Il compromesso con i centristi sarà sul carattere prevalente della prossima legislatura, quello costituente». Ma infine confermata dal succo della quarta lettera vendoliana ai Corinzi: «Se ci sarà un governo di centrosinistra avrà la straordinaria capacità di essere stabile, dobbiamo dare delle risposte in un momento drammatico, io potrei fare il battitore libero».
Ora è vero che il dolce Vendola visto in tv declamare in piazza San Pietro, quello che «sogna una chiesa capace di capire, non di giudicare», che cita di continuo don Bello e i passi del Vangelo, pronto a fare un passo indietro «perché l'io è povera cosa», sia la persona meno indicata per escludere un «conservatore ideale» come il professor Monti. Ma è altrettanto vero che il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha già virato sulla strada dello stesso signore della Bocconi, sottolineando che le sfide saranno così impegnative che «ci deve essere una condivisione che vada oltre il perimetro del centrosinistra». Una «condivisione molto ampia» che consentirà di apportare correzioni in sede europea perché «le difficoltà le incontriamo più a Bruxelles che con il presidente Monti».
Tutte circostanze non sfuggite a vecchi compagni di Vendola, quali Ferrero e Di Pietro: il primo sicuro della «coppia di fatto» Nichi-Mario, il secondo rammaricato al punto da scrivere una lettera: «Caro Nichi, hai svenduto i nostri principi per allearti con i veterodemocristiani... Sei pronto a fare un compromesso con chi ha salvaguardato gli evasori, le lobby finanziarie e le banche».
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