Prima volta a Palazzo Madama: siederà vicino al capogruppo Pdl

Prima volta a Palazzo Madama: siederà vicino al capogruppo Pdl

Prima volta a Palazzo Madama: siederà vicino al capogruppo Pdl

Roma - Adesso il Cavaliere galoppa in Senato. Una novità. Leader indiscusso di Forza Italia prima, Popolo della libertà poi, Berlusconi è pronto a varcare palazzo Madama. Fino ad oggi è sempre stato eletto alla Camera dei deputati: dalla XII (1994) alla XVI (2008). Dal suo primo ingresso in Parlamento ha guidato ben quattro governi, presiedendo gli esecutivi più longevi della storia repubblicana. Nel Palazzo s'è seduto sulle poltrone più prestigiose e importanti ma quella di palazzo Madama gli mancava. Per lui sarà un esordio. Impossibile sapere, oggi, in quale scranno si piazzerà. Un po' per prassi consolidata, l'unica poltrona già assegnata è quella del senatore a vita, Giulio Andreotti: in prima fila, un po' spostato a sinistra. Berlusconi sarà di certo qualche fila più in su.

C'è chi sostiene che potrebbe anche sedere sulla poltrona più alta, quella fino ad oggi occupata da Renato Schifani. Ma il dibattito politico in corso non consente fughe in avanti. Berlusconi presidente del Senato? Dipende dalle complesse trattative in atto tra i leader, alla ricerca di risolvere il rebus-governo. Per ora Bersani sembra rincorrere Grillo e difficilmente sarebbe disposto a cedere ai pidiellini la presidenza di palazzo Madama. Inoltre, si ragiona a Palazzo, anche qualora la Camera alta venga assegnata a un esponente del Pdl, non sarebbe scontata l'assegnazione al Cavaliere. Se così non fosse, Berlusconi avrebbe il suo scranno nell'emiciclo. Quale non è dato sapere ma di sicuro sarà accanto al capogruppo, ossia al condottiero degli altri senatori, ruolo di assoluta responsabilità politica. Anche per questo incarico è già partito il totonomine interno al Pdl. Escluso un bis per Maurizio Gasparri, in pole position ci sarebbero Paolo Romani, fedelissimo berlusconiano ed eletto in Lombardia; ma anche il campano ed ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma oppure l'esperto Donato Bruno, quattro legislature alle spalle. Sono alte pure le quotazioni dell'attuale presidente del Senato, Renato Schifani.

A palazzo Madama Berlusconi non avrà colleghi giovanissimi visto che l'elettorato passivo pone il limite minimo dei 40 anni. E la più giovane senatrice sarà proprio la pidiellina e fidatissima Maria Rosaria Rossi, neo eletta in Lazio. Il Cavaliere, nelle sale ovattate di palazzo Madama, sarà in compagnia di altri big di partito, oltre a quelli già citati. Con lui, infatti, ci saranno anche Bonaiuti, Bondi, Mantovani, Formigoni, Quagliariello, Bernini, Matteoli, Ghedini, Sacconi e Verdini. E poi c'è una piccola truppa che in queste ore guarda con trepidazione alla decisione del Cavaliere. Il quale, candidato in tutte le Regioni, dovrà scegliere in quale risultare ufficialmente eletto. Scelta che ha delle ripercussioni su un manipolo di quasi-senatori.

Sono i primi dei non eletti, pronti a varcare il portone di palazzo Madama qualora il Cavaliere opti per una Regione diversa dalla loro, facendo scattare l'agognato ripescaggio. Dita incrociate, quindi, per l'abruzzese Federica Chiavaroli, per il lucano Guido Viceconte, per il calabrese Demetrio Arena, per il campano Vincenzo Fasano.

E ancora, sono in bilico: Laura Bianconi (Emilia Romagna), Francesco Aracri (Lazio), Marcello Gualdani (Sicilia), Riccardo Mazzoni (Toscana), Franco Conte (Veneto). La decisione finale il Cavaliere la prenderà all'ultimo. Ci sono ancora dieci giorni utili visto che il Senato è convocato, per la prima seduta, il 15 di marzo.

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