Intervento di Bernanke: «Ripresa Usa moderata, ma l’inflazione resta un problema». Gli analisti escludono prossimi tagli al costo del denaro La Federal Reserve «raffredda» Wall Street

Il banchiere: «La crisi immobiliare americana durerà più del previsto»

Intervento di Bernanke: «Ripresa Usa moderata, ma l’inflazione resta un problema». Gli analisti escludono prossimi tagli al costo del denaro La Federal Reserve «raffredda» Wall Street

da Milano

Banche centrali protagoniste: a esternare sulla congiuntura internazionale sono stati ieri sia il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, sia il numero uno della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, mentre per oggi è atteso l’ottavo rialzo consecutivo dei tassi proprio da parte della Bce. L’intervento che ha avuto la maggiore eco sui mercati è stato quello di Bernanke (che, come Trichet, parlava, via satellite, a una Conferenza di Città del Capo, in Sudafrica). Il rappresentante della Fed si è espresso in termini tutto sommato positivi sull’andamento dell’economia americana («crescerà a ritmo moderato»). La dinamica dovrebbe insomma essere migliore di quella di inizio anno: il rialzo nel primo trimestre è stato appena dello 0,6%, ai minimi dal 2002. Bernanke ha però anche detto che l’inflazione resta un problema e che la crisi immobiliare durerà più del previsto. Abbastanza per raffreddare il mercato di Wall Street, in calo sin dall’apertura visto che secondo gli analisti le parole del numero uno Fed sembrano escludere un abbassamento dei dei tassi che rimarranno con tutta probabilità al 5,25% per tutto il 2007 (se non per il 2008). Tutto sommato limitate le ricadute sul mercato dei cambi: il dollaro è apparso debole sia nei confronti dell’euro che dello yen, ma la valuta del vecchio continente ha limitato i guadagni a fine seduta chiudendo a 1,3554.
Quanto a Trichet, il numero uno della Bce ha messo in guardia dai pericoli legati ai rischi che corrono i mercati finanziari. Trichet ha parlato di un «triangolo di vulnerabilità»: ridotto premio di rischio sui mercati, crescita di fondi hedge e di private equity non regolamentati, boom degli strumenti derivati. Un problema su uno dei tre poli «problematici» potrebbe avere conseguenze anche sugli altri due. La mossa più attesa di Trichet sarà però quella di oggi. Nessun dubbio che i banchieri di Francoforte alzeranno ancora i tassi di un quarto di punto, arrivando al 4% e portando il costo del denaro al livello più alto degli ultimi cinque anni e mezzo. Il problema sarà, come al solito, interpretare le loro parole per capire se al rialzo di oggi ne seguiranno altri ed entro quanto tempo.
Gli analisti cercheranno di capire, insomma, se la Bce è pronta a una svolta, e intende fermarsi qui nei rialzi, o se considera chiusa la fase definita «accomodante» di politica monetaria per adottare un approccio che i tecnici definiscono «neutro». Il mercato sembra attendersi un approccio severo, scontando uno o addirittura due rialzi da un quarto di punto ciascuno. La prospettiva non farà certo piacere ai politici del vecchio continente, spesso concordi nell’imputare una politica monetaria eccessivamente penalizzante agli uomini di Francoforte. Ieri l’opinione della maggior parte dei governi europei è stata ribadita ancora una volta dai ministri dell’Eurogruppo.

Secondo il presidente Jean-Claude Juncker non ci sono rischi per la stabilità dei prezzi. E il ministro delle finanze tedesche Peer Steinbruck ha criticato il Fondo monetario che aveva giustificato il nuovo aumento dei tassi.

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