Investiamo sui carburanti vegetali per battere il caro-petrolio

Investiamo sui carburanti vegetali per battere il caro-petrolio

Mentre il petrolio si avvia inesorabilmente a raggiungere i cento dollari a barile, non si fa quasi niente per sostituire la benzina con miscele vegetali. Non si tratta di una boutade, già oggi si può produrre carburante da cereali e barbabietole, coltivazioni molto diffuse nel nostro Paese, a prezzi di gran lunga inferiori ai derivati del petrolio e con una emissione di anidride carbonica inferiore dell’80 per cento.
Questa possibilità fu intuita da Raul Gardini già vent’anni fa, ma la sua proposta a Bruxelles di incentivi fiscali per la produzione di bioetanolo fu respinta su pressione delle compagnie petrolifere e, pare, degli Stati Uniti.
E l’Italia perse così la possibilità di una supremazia in un settore strategico, che inevitabilmente dovrà svilupparsi, vogliano o no i ras del petrolio.
Attualmente in Germania, Francia e Spagna sono aperti circa 9.

000 distributori di carburante verde, in Italia 3, senza considerare il Brasile, dove automobili e autobus da tempo circolano con propellenti di origine vegetale nell’ordine del 90 per cento. Che cosa aspettiamo a muoverci anche noi?

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