Investito sulla ciclabile Bambino gravissimo

Dramma in provincia di Bolzano. Il ragazzino di 9 anni era con la mamma. Denunciato il centauro, un ragazzo di 17 anni: "Sono passato di lì perché in strada c’era troppo traffico"

Investito sulla ciclabile 
Bambino gravissimo

Bolzano - Una curva tra i campi ombreggiati dagli alberi delle mele, una moto che arriva veloce, troppo, e che lì proprio non dovrebbe esserci. Una frenata, inutile, un botto sordo che in quel silenzio protetto dalle montagne riecheggia macabro. Ecco che risa di un bimbo si spengono. Poi l’unico rumore è quello del dramma. L'ennesimo déjà vu che però qua, nella torpida quiete di un caldo sabato pomeriggio tirolese, nessuno immaginerebbe.

Provincia di Bolzano, ultimolembo dell’Italia a un’ottantina di chilometri dal capoluogo, la strada statale è affollata dalle famiglie in viaggio verso gli ipermercati, dai vacanzieri del week end e dagli ultimi camion. Sulla pista ciclabile che scorre accanto c’è una mamma con due bambini. Tutti e tre in bicicletta, a pedalare tranquilli. Sono partiti dal paesello, un borgo di tremila abitanti che si chiama Prato allo Stelvio. E famoso perchè tra quelli dei residenti c’è unnome indimenticabile non solo per chi conosce sport e montagna: Gustav Thöni. Il tratto di strada è quello tra Glorenza e Sluderno, sono da poco passate le quattro del pomeriggio quando N. H., nove anni, davanti allo sguardo impietrito della mamma e del fratello all’improvviso vola in aria. Come un «pupazzo» disarticolato centrato in pieno da una moto da cross lanciata a tutta velocità. È un attimo. Cade anche il centauro.

Masi rialza subito: è soltanto un po’ ammaccato. Soprattutto spaventato. Ha solo diciassette anni questo ragazzotto trasformato in pirata dall’arroganza e dall’ingenuità. Il bambino invece resta a terra, tra il sangue. E le urla disperate della madre. Scattano i soccorsi, altre persone hanno assistito alla scena e a questo punto è solo una corsa contro il tempo. Nella speranza del miracolo. Sul posto arriva un’ambulanza della Croce Bianca con un medico. Il piccolo è gravissimo: non lo si può spostare subito. Va prima intubato per permettergli almenodi sopravvivere al tragitto verso l’ospedale. Lui non si lamenta nemmeno, ha perso i sensi. Ora a rompere il silenzio irreale è il frullare delle pale di un elicottero di soccorso che atterra tra i prati. Trascorre altro tempo, finalmente il «Pelikan» si rialza volo. Destinazione l’ospedale di Bolzano dove il piccolo arriva nemmeno mezz’ora dopo. Le sue condizioni, dicono i medici, sono gravissime. Non si sa se ce la farà.

I carabinieri nel frattempo prendono in consegna il giovane motociclista. Abita in un paesotto vicino, avvisano i genitori e lo portano in caserma. Non era ubriaco, né drogato.

Solo e semplicemente delinquenziale nella leggerezza dei suoi anni. «C’era troppo traffico in strada - sembra che abbia detto -. Così ho deviato per la ciclabile». Dalla caserma è uscito da persona libera. Con una denuncia sulle spalle. Si spera non diventi omicidio colposo.

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