Ma io insisto, bisogna chiudere le Borse

Ancora l'ennesimo crollo dei mercati finanziari europei ed americani. Nel dramma le comicità. Tutti dicono di aver gettato l'allarme per tempo, tutti dicono di aver previsto il crack, molti si sono presentati nei talk-show di questi ultimi giorni addirittura con i propri libri tra le mani, ma stranamente nessuno ha fatto niente nonostante che molti di questi soloni a scoppio ritardato siano stati per anni uomini di governo. Delle due l'una, o questi signori non contano letteralmente nulla o raccontano bugie oggi. In molti casi son vere l'una e l'altra cosa. Nonostante le buone iniziative dei vari governi, però, le borse continuano a precipitare. Qualche ragione dovrà pur esserci.
La grave crisi di fiducia tra le banche non è superata. Nessuna banca si fida più dell'altra perché nessuno sa cosa c'è nel bilancio di ciascuna di esse. È vero che il piano di salvataggio americano ha messo sul piatto 700 miliardi per «acquistare» titoli tossici liberando così dalle scorie moltissimi bilanci, ma probabilmente la cifra è sottostimata perché il terremoto è del nono grado della scala Mercalli. I protagonisti bancari lo sanno ma non lo dicono per non essere ancora più svillaneggiati. Il piano di Gordon Brown è andato oltre stanziando 50 miliardi di sterline ( circa 200 miliardi di euro) per ricapitalizzare otto banche del calibro di Barclays e offrendo, assieme alla banca d'Inghilterra, liquidità al sistema per 250 miliardi di sterline. La stessa Merkel ha garantito tutti i depositi e ha salvato alcune banche nazionalizzandole parzialmente ultima delle quali la Hypo Re. La stessa cosa ha fatto il governo italiano con il suo ultimo decreto offrendo al sistema nuova liquidità e ancoraggi pubblici per la stabilità finanziaria. Ci sono, dunque, paracaduti importanti nell'area del pronto intervento sul versante della liquidità, della pulizia dei bilanci e sull'eventuale processo di ricapitalizzazione.
Perché, dunque, le borse continuano a crollare? Tutti i fenomeni emozionali (la sfiducia, il panico e quant'altro) non sono sufficienti a spiegare ciò che continua ad accadere anche perché mai come in questa occasione i piccoli risparmiatori non si sono lasciati prendere dal panico. Chi continua a distruggere valore sono gli stessi che hanno prodotto i guasti che sono sotto gli occhi di tutti. Questa caduta va fermata a qualunque costo. Da settimane stiamo insistendo perché si introducano nuove regole per rendere non più negoziabili se non tra gli investitori istituzionali tutti quei prodotti strutturati privi di trasparenza e fonte di tanti guai. Un elenco allargato, dunque, (futures, swap, vendita allo scoperto e via di questo passo) di ciò che non può più essere collocato sul mercato retail offrendo opportunità per togliere progressivamente dalle mani dei piccoli risparmiatori questa sorta di immondezzaio. Nel frattempo entro 10 giorni, pena la decadenza da ogni diritto, le banche che volessero ricorrere alle provvidenze governative dovrebbero pulire i propri bilanci e affrontare eventuali aumenti di capitale rendendosi, così, anche con l'aiuto pubblico più solide patrimonialmente e più liquide. Se dunque le borse continuano a cadere è segno che non tutti i pasticci sono ancora emersi e sino a quando non lo saranno i provvedimenti presi dai governi rischiano di mostrare la corda. C'è sempre, infatti, una ragione nei comportamenti umani. Se, ad esempio il fondo europeo proposto da Francia, Italia e Olanda non è stato adottato non è per l'assenza di una Europa politica ma solo perché Germania e Gran Bretagna sapevano che le proprie esigenze erano di gran lunga maggiori del fondino europeo di 300 miliardi di euro.
Insomma sino a quando tutto il marcio non verrà a galla non c'è verso di voltare pagina. Motivo per il quale una chiusura delle borse per una settimana sarebbe più che mai necessario.

Un tempo utile anche per varare nuove regole valutarie tra cui un serpente monetario mondiale tra le 6-7 maggiori valute sul modello del vecchio serpente monetario europeo che dette ottimi risultati e per adottare immediate misure per rilanciare la crescita. Si può vivere 7 giorni senza borse mentre al contrario con le borse nel panico e senza nuove regole si distruggono aziende e vite personali.
Geronimo
ilgeronimo@tiscali.it

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