Marcello Chirico
Nella Cdl lombarda inizia a far breccia lipotesi «Maroni-assessore». Così come non viene nemmeno più esclusa a priori quella di un «super-assessore» leghista, seppur con deleghe diverse da quelle richieste dal Carroccio. Ovvero: lavoro e occupazione (che verrebbero scorporate dallattuale assessorato alla formazione) al posto del socio-sanitario (controllato al momento dallassessorato alla Famiglia di Giancarlo Abelli, il «nemico pubblico numero uno» dei lùmbard) e che il partito padano vorrebbe assolutamente affiancare alla sanità tout-court (che, ormai è certo, non verrà più affidata ad Alessandro Cè). Super assessorato che potrebbe essere affidato anche ad un leghista alternativo a Maroni.
Lipotesi, partorita in simbiosi da Pirellone e Forza Italia, è ora allesame dei vertici padani, i quali pare non labbiano rifiutata a priori quando è stata loro sottoposta, quindi diventa da oggi una delle possibili soluzioni alla crisi. Purtroppo non se nè potuto parlare in maniera circostanziata ieri, poichè la seconda sessione della verifica di maggioranza è slittata ad oggi per la continua indisponibilità del segretario federale della Lega, Giancarlo Giorgetti, impegnato a Roma - come presidente della commissione bilancio - coi lavori della Finanziaria. Assenze giustificate le sue, ma che sembrano rientrare in una strategia mirata a logorare gli altri interlocutori della Cdl e costringerli ad accettare le condizioni poste dal partito di Bossi. E il risultato a cui punta Giorgetti sembra essere uno solo: leliminazione di Abelli.
Una soluzione di fronte alla quale cè lopposizione ferma di Forza Italia e , soprattutto, di Silvio Berlusconi in prima persona, che nelle prossime ore forzerà ancora la mano col Senatùr per giungere quanto prima ad una soluzione della crisi lombarda che escluda a priori lepurazione di Abelli. A questo punto non è nemmeno da escludere che il «super -assessore» di cui sopra possa essere un altro leghista anzichè Maroni: lattuale ministro padano - col rinvio alle Camere della legge sul welfare - lascerebbe infatti il Governo da sconfitto, e non è di sicuro questa limmagine che Maroni vorrà dare di se in prospettiva elettorale.
«Sto lavorando ad unipotesi precisa per ritrovare lunità politica e programmatica della coalizione, mi auguro non ci siano rotture tra i partiti. Occorrono tempi rapidi e certi», ha dichiarato ieri Formigoni, e tra le ipotesi la meno realizzabile sembra essere quella di presentarsi in consiglio con una giunta minoritaria, così come non trova granchè seguito nella Cdl (Fi in primis) lofferta lanciata dai Ds di un «accordo-ponte» fra opposizione e maggioranza da qui al voto politico della prossima primavera che consentirebbe lapprovazione di alcuni provvedimenti importanti (vedi Statuto e legge elettorale) per poi tornare alle urne.
Lipotesi risolutoria al momento più credibile resta quindi quella maroniana (o di un terzo in sua vece), che sempre ieri è stato lo stesso Formigoni a spingere. «Maroni - ha detto il governatore - sarebbe un ottimo assessore alla sanità», seppur non concordando con lattuale ministro al welfare sulla «decisione immotivata - erano state le parole del ministro leghista - di togliere la delega a un assessore della Lega». «Ecco - è stata la replica di Formigoni - su questo non sono daccordo con Maroni».
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