Ippica verso il pareggio grazie a quartè e quintè

Ernesto Cazzaniga*

L’ippica, grazie al lavoro di questi ultimi anni dell’Unire, con il costruttivo contributo delle categorie che ha anche determinato una buona crescita del settore tecnico dell’Ente, sta raggiungendo il non facile traguardo del definitivo equilibrio economico, che a fine anno dovrebbe essere completato. Attraverso la drastica e salutare diminuzione del numero delle corse (dalle 16.577, record storico europeo probabilmente mondiale, raggiunto nel 2004 alle 15.645 del 2005), per fare in modo che l’ippica, una volta metabolizzata e digerita la “cura da cavallo”, resa necessaria dalle precedenti infauste gestioni, potesse affrontare con decisione la strada del rilancio.
Dai primi dati del 2006, oltre ad un lusinghiero trend di crescita delle scommesse, con un leggero aumento anche del montepremi, grazie allo sviluppo delle nuove iniziative messe in atto con decisione dall’Unire - malgrado la concorrenza dei nuovi giochi sfornati in continuazione dall’Aams - con le due Tris giornaliere, il quarte ed il quinte, le cose stanno velocemente marciando verso il risultato che si era prefissata l’Unire con gli interventi articolati di cui sopra. A conferma di questo trend positivo le dichiarazioni di Luca Turchi, responsabile del settore scommesse dell’Aams, che sullo Sportsman ha parlato inequivocabilmente di «significativa crescita dei volumi di gioco».
Un voto da ottimo a eccellente, va senz’altro agli allevatori per i risultati positivi in campo internazionale. La Gazzetta dello Sport che non è certamente mai stata «tenera» con l’ippica, l’altro giorno titolava: «Con 14 vittorie “straniere” abbiamo già eguagliato il risultato di tutto il 2005...». E siamo solo a metà dell’anno...
Non possiamo però abbassare la guardia e rischiare di ricadere in sterili e inutili polemiche al nostro interno, quasi sempre fondate su elementi non veritieri se non addirittura inventati. La lunga, quotidiana polemica sulla percentuale di riduzione del montepremi, a dire dei soliti disfattisti superiore al 9% dichiarato dall’Ente, oggi a consuntivo è esattamente riscontrabile nella misura dichiarata ufficialmente.
Vorrei ora raccontare di un certo malcostume di come vengono spacciate determinate informazioni che, più che dati di fatto, mi sembrano personali interpretazioni dei fatti. Riprendo un titolo a corredo di un articoletto, in seconda pagina sul quotidiano del settore di sabato scorso: «Il montepremi in discesa, movimento su». Il dato del movimento essendo inoppugnabile non si può contestare, però si contesta il montepremi.
L’articolista citava una serie di dati in crescita per gli ippodromi toscani, ed una situazione di doglianza per il declassamento del premio Duomo ( da Gruppo 1 sceso a Gruppo 2).
La pista da mezzo miglio, è l’elemento tecnico assolutamente insufficiente che, una volta di più, conferma l’inadeguatezza tecnica delle strutture di tanti ippodromi.
Sempre dello stesso quotidiano ippico ecco un titolo in prima pagina: «La Ctc ha deciso di non registrare 12 figli dello stallone Toss Out...». Qui siamo alla pura rappresentazione del surreale, in quanto la Ctc (Commissione tecnica centrale), non ha e non poteva assolutamente deliberare su nulla. Addirittura si inventa una onirica votazione, anche con i dati 11 a 4, che non è mai esistita. La Ctc, è l’organo composto da 15 persone partecipanti a vario titolo, che può soltanto proporre modifiche ed aggiornamenti al Disciplinare del libro genealogico ed alle norme tecniche. Infatti: ne vi era all’Odg la questione dei figli in soprannumero di Toss Out, ne vi è stata discussione e conseguente votazione, se non accademica discussione su questo caso ed anche su altri. La Commissione era stata interessata precedentemente alla questione ma per assumere una decisione che ha assunto, relativamente alla necessità di circoscrivere con maggiore chiarezza il limite massimo delle 150 coperture.

Decisione che ha portato alla creazione di un documento integrativo del Certificato di fecondazione (Cif), in modo da rendere più chiaro ove ve ne fosse necessità, il limite delle 150 coperture.
* ex presidente dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

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