Le ire dei frati di Assisi contro il Molleggiato I vescovi: "Si scusi"

La prima serata incassa il 48,5% di share. Avvenire e Famiglia cristiana replicano a Celentano. Aldo Grasso rincara la dose: "Usiamo meglio i soldi del canone Rai"

Le ire dei frati di Assisi contro il Molleggiato I vescovi: "Si scusi"

Il "Molleggiato" ha ottenuto ciò che voleva: scatenare un putiferio. E putiferio è stato. "Celentano fa il tribuno e perde la testa", titola oggi Avvenire, uno dei due bersagli del cantante-showman-predicatore nella serata d'esordio - esordio col botto - del Festival di Sanremo. Il direttore Marco Tarquino si affida alla retorica: "Un bello spettacolo". Ovviamente vuole dire l'esatto contrario. Ma perché tanta rabbia da parte di Adriano Celentano? Il direttore non ha dubbi: "Perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero".

Don Sciortino: attacco senza senso

Anche Famiglia Cristiana, secondo bersaglio mediatico di Celentano, non ha gradito le invettive. Il direttore, don Antonio Sciortino: "Di tutto ci si può accusare meno che di non parlare di Dio... è grave che si usi il mezzo pubblico per portare avanti attacchi di questo tipo". Poi il giornale dei Paolini ripropone l'articolo che, quasi sicuramente, ha scatenato la rabbia del cantante. La polemica, manco a dirlo, era sul compenso...

L'agenzia dei vescovi: ora si scusi

Durissima la nota del Sir, l'agenzia di stampa dei vescovi: "Quando l’ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio è doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità. I giudizi di Celentano su due testate cattoliche nazionali (Avvenire e Famiglia cristiana, ndr) da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che è anche dentro di lui" scrive il Sir. E prosegue: "Vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono e vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, e quindi ancor più triste, perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro Paese. È dunque più l’amarezza che il disappunto - conclude la nota - a prendere il sopravvento dopo quanto accaduto ieri sera sul palco di un teatro che, è bene ricordarlo, non è la realtà del vivere quotidiano. Ma il giorno dopo c’è, forse, da attendersi che a parole insensate, cioè impensate, seguano parole pensate e di scusa. Anche senza microfono".

Ascolti, meglio dell'anno scorso

Tante polemiche e tanto clamore per l'atteso intervento di Celentano ha portato i frutti sperati: la prima serata del Festival di Sanremo ha ottenuto nella prima parte 14 milioni 378 mila telespettatori pari al 48.51%% di share. Un risultato superiore all’esordio del Festival 2011 (per la prima parte 14 milioni 175 mila con il 45.20%). A seguire lo show di Celentano una media di 15 milioni 816 mila telespettatori (55.36% di share). Alle 22.22, quando il cantante è apparso in scena, sintonizzati su Rai1 c’erano 15 milioni 527 mila persone, pari al 50.70%. Quando Celentano ha finito la sua performance gli spettatori erano 14 milioni 478 mila pari al 58%.

Aldo Grasso: usiamo meglio i soldi del canone

Il critico televisivo del Corriere della sera, Aldo Grasso, si è preso un insulto in diretta da Celentano, che senza troppi giri di parole gli ha dato del deficiente. Lui preferisce non rispondere. O meglio, lo fa in modo elegante: "Mentre scrivevo questo pezzo, mi sono arrivati gli insulti da Sanremo. Ma non ho altro da aggiungere". In realtà Grasso prosegue, giustamente, nel suo lavoro di critica, e si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Spendiamo meglio i soldi del canone", perchè Sanremo sarà anche Sanremo, ma "non illustra più la salute della nazione". Difficile dargli torto.Comunque la si pensi quando c'è il festival di Sanremo ormai da qualche anno si parla di tutto meno che delle canzoni. Ed è essendo il Festival della canzone italiana... non si capisce come questo sia possibile. Sarebbe come se a una corsa di cavalli si parlasse di tutto meno dei cavalli.

Via l'Olimpiade ma via anche Sanremo

Grasso approfitta dell'occasione per mandare un segnale forte anche a Mario Monti: "Se davvero il nostro premier vuole compiere il titanico sforzo di cambiare gli italiani (l’Italia è sfatta, con quel che segue), forse, simbolicamente, dovrebbe partire proprio dal Festival, da uno dei più brutti Festival della storia. Via l’Olimpiade del 2020, ma via, con altrettanta saggezza, anche Sanremo, usiamo meglio i soldi del canone".

Anche i frati di Assisi si arrabbiano

In una nota apparsa sul sito web emanazione del Sacro Convento di Assisi i frati si arrabbiano col Molleggiato: si dicono amareggiati e delusi per quelle esternazioni fatte da un artista che hanno "sempre seguito con interesse ed ascoltato con attenzione", specie nelle "sue provocazioni e i suoi appelli per la pace, la non violenza, la giustizia e la coerenza della vita". "Per ciò che ci riguarda - aggiungono i frati - prenderemo in seria considerazione i richiami del Molleggiato". Ma non si può così demagogicamente e irriguardosamente, prosegue la nota, "sparare su tutto e su tutti, dimenticando milioni di uomini e donne di chiesa, che ogni giorno, col dono della vita, sono portatori di speranza e di paradiso".

La benedizione: il Signore ti dia pace!

"Nonostante tutto - scrivono i frati con cristiana benevolenza - continuiamo a voler bene al Ragazzo della via

Gluck, che ha fatto sognare intere generazioni, con la speranza che si ricreda nella verità e recuperi l’occasione perduta. Con San Francesco diciamo al fratello Adriano: Il Signore ti dia pace!".

 

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