Augusto Pozzoli
Mentre sta per scadere il termine per la presentazione delle iscrizioni per il prossimo anno (entro domani), per gli studenti degli istituti superiori, dove lattività didattica è divisa in trimestri, arrivano le prime pagelle. E subito dopo le pagelle ripartiranno le agitazioni studentesche. Così in due licei classici, il Beccaria e il Manzoni, dove finora le lezioni sono state regolari, per non compromettere le ultime interrogazioni e gli ultimo compiti in classe. «Mi hanno già preannunciato una settimana di cogestione - dice Maria Grazia Meneghetti, dirigente del classico Beccaria di via Linneo -. Gli studenti vogliono la collaborazione dei docenti per svolgere attività di gruppo con il loro aiuto. Speriamo che sia così, in modo che chi vuole possa presentarsi in classe e studiare regolarmente». Resta tuttavia la preoccupazione che la situazione possa prendere unaltra piega: come è successo prima di Natale in molti istituti milanesi, con picchetti, scontri, danneggiamenti. Colpa di una frangia di contestatori che peraltro ha pochi aderenti nelle singole scuole: per questo le situazioni più disordinate avvengono con laiuto di esterni che si spostano di scuola in scuola per forzare la volontà della maggioranza dei ragazzi per lo più ormai poco propensi a bloccare le lezioni senza delle motivazioni convincenti. La contestazione di questanno scolastico ha già messo in allarme lautorità scolastica. Non a caso il direttore scolastico regionale Mario Dutto ha recentemente riunito i dirigenti scolastici delle scuole già al centro di disordini prima della sosta natalizia e di quelle che saranno coinvolte nelle agitazioni a partire dalla prossima settimana per discutere i possibili interventi da attuare per evitare che si creino altre situazioni di disordine e violenza. «Siamo impotenti - ammette amaramente un dirigente scolastico che chiede lanonimato per evitare ritorsioni -. Anche quando chiediamo lintervento delle forze dellordine ci viene risposto di avere pazienza. Tutti gli sforzi che facciamo per colloquiare coi ragazzi sono inutili: la stragrande maggioranza dei nostri studenti deve subire a sua volta la prevaricazione di una minoranza che non rispetta alcuna regola di civile convivenza. Così dalle cogestioni o autogestioni si passa alle occupazioni. Uno spettacolo davvero indecoroso, intere giornate buttate via perché oltre tutto non cè nemmeno il minimo spazio di un dibattito aspro ma almeno significativo. In genere loccupazione diventa un modo per poter spinellare senza alcun controllo. E noi dobbiamo subire, sperando che tutto si risolva col minimo danno». Dal canto suo il direttore Dutto ha recentemente annunciato linvio nelle scuole di ispettori per cercare di capire come arginare un fenomeno che non ha precedenti nella storia della contestazione studentesca. Finora tuttavia nelle scuole non si è visto ancora nessuno. Forse la soluzione del problema va cercata fuori dalle scuole. Nei luoghi di aggregazione dei giovani più ribelli, che nemmeno Rifondazione riesce ormai a tenere a bada. Il centro più attivo sarebbe il Cantiere di via Monte Rosa.
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