Istat, Italia più vecchia Quasi un milione di persone cercano lavoro da un anno

Continua il calo delle nascite, anche se crescono i residenti grazie all'immigrazione. In cerca di lavoro 2 milioni di persone, la metà dei quali non lo trova da un anno

Istat, Italia più vecchia Quasi un milione di persone cercano lavoro da un anno

Un'Italia sempre più vecchia e disoccupata in cui aumentano gli stranieri residenti. È il ritratto che ne fa l'Istat nell'annuario 2011, secondo cui più di 2 milioni di persone (di cui il 40% ha meno di 30 anni) sono in cerca di lavoro due milioni gli italiani in cerca di un lavoro. Il 48,4% di questi, inoltre, non lo trova da almeno un anno, mentre l'aumento del tasso di disoccupazione (che in media è passato dal 7,8% al 8,4%) è più accentuato nelle regioni meridionali, dove si attesta al 13,4% (dal 12,5% di un anno prima). Prosegue inoltre la crescita del tasso di disoccupazione degli stranieri, che passa dall’11,2 % del 2009 all’11,6% del 2010. La crescita della disoccupazione riguarda tutte le classi d’età ed è particolarmente significativa anche nella fascia di età centrale (+8,1%, pari a 63 mila in più tra i 35 e i 54 anni rispetto a un anno prima).

Meno nascite, ma crescono i residenti

Nuova battuta d'arresto per le nascite (dai 568.857 nati del 2009 ai 561.944 del 2010). Crescono però i residenti nel Paese, soprattutto grazie agli stranieri che si stabiliscono nella Penisola: sono 60.626.442 alla fine del 2010, circa 286.000 in più rispetto al 2009. Di questi, però 1 su 5 ha più di 65 anni e gli ultraottantenni sono ormai il 6% della popolazione. L’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) raggiunge il valore di 144,5 a livello nazionale. Stabile l’abitudine al fumo: coinvolge il 22,3% della popolazione over 14. Anche nel 2011 a fumare sono soprattutto gli uomini (28,4%) rispetto alle donne (16,6%) ma la quota di persone dedita al tabagismo è nettamente più elevata fra i giovani 25-34enni (38,9%) e fra le signore di 45-54 anni (23,3%). Nel nostro paese, inoltre, ci si sposa sempre meno: con oltre 13.000 matrimoni in meno celebrati (217.185), il tasso di nuzialità scende dal 3,8 al 3,6 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa.

Salute: gli uomini stanno meglio

Buono lo stato di salute degli italiani. Il 71,1% della popolazione valuta positivamente il proprio stato di salute: e fra gli uomini la percentuale è più alta (75,1%) rispetto a quella femminile (67,2%). Quanto alle patologie croniche, il 38,4% delle persone dichiara di esserne affetto, ma la percentuale sale notevolmente, raggiungendo l’86,2%, fra gli ultrasettantacinquenni. Le malattie croniche più diffuse sono l’artrosi/artrite (17,1%), l’ipertensione (15,9%), le malattie allergiche (10,3%), l’osteoporosi (7,2%), la bronchite cronica e asma bronchiale (6,1%) e il diabete (4,9%). Le famiglie denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità, in particolare per il pronto soccorso (54,8%), le forze dell’ordine (38,3%), gli uffici comunali (34,2%), i supermercati (29,2%) e gli uffici postali (26,7%). Permangono differenze a livello territoriale: le famiglie meridionali hanno più problemi nell’accesso ai servizi, ma il divario diventa più contenuto nel caso di negozi di generi alimentari e mercati.

Aumentano gli stipendi, palma d'oro a Palazzo Chigi

Per quanto riguarda gli aumenti degli stipendi, la palma d'oro nel 2010 va ai dipendenti della Presidenza del consiglio: + 15,2% (+9,9% se si tiene conto delle retribuzioni orarie). Al secondo posto i servizi a terra negli aeroporti (+5,2%), seguiti dai giornalisti, per i quali l’incremento è stato del 4,7%. Sotto il 4% gli aumenti delle retribuzioni di categorie come i portuali, gli impiegati nel settore delle Tlc e nella ricerca (+3,7% per tutti). Nei ministeri, l’aumento tra il 2009 e il 2010 rilevato dall’istat è stato solamente dello 0,7%, come anche nelle agenzie fiscali e nei monopoli. Per le forze dell’ordine l’aumento è stato dello 0,9%, nella pubblica istruzione dello 0,6% mentre per i vigili del fuoco l’aumento delle retribuzioni non è andato oltre lo 0,4%.

Calano i consumi di elettricità

Gli effetti della crisi economica si fanno sentire sui consumi. Quelli di energia elettrica sono arrivati a circa 300 miliardi di kilowatt ore (kWh), il 6% in meno rispetto all’anno precedente. Scende anche la produzione nazionale, mentre cresce complessivamente, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (+19,2%).

Cresce l'attività industriale

Nel 2010 l'attività industriale in Italia è cresciuta del 6,5% rispetto all'anno precedente (-18,8% nel 2009). La crescita più accentuata riguarda la fabbricazione di macchinari e attrezzature non classificati altrove (+16,5%), di apparecchiature elettriche e non elettriche per uso domestico (+12,9%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+10%). L'unica variazione negativa è quella rilevata per il settore dell'estrazione di minerali da cava e miniera (-1,5%).

I problemi delle città

Traffico, parcheggio e inquinamento sono gli incubi di chi vive in città. Seguono il non fidarsi a bere l’acqua del rubinetto e la sporcizia nelle strade. All’ultimo posto si colloca l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema per il 9,3% delle famiglie, con punte del 34,7% in Calabria e del 27,3% in Sicilia. Difficoltà di parcheggio, sporcizia nelle strade e difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici sono i problemi più segnalati dalle famiglie nel Centro-sud, in particolare in Lazio e Campania per la presenza di grandi centri metropolitani, mentre l’inquinamento dell’aria è particolarmente sentito al Nord. La percezione del rischio criminalità, stabile rispetto al 2010, è più elevata in Campania e nelle aree metropolitane. Nord in testa per la raccolta differenziata, cresciuta in tutto il paese del 3%.

Sale la spesa pubblica

Ammonta a circa 463 miliardi di euro la spesa per la protezione sociale sostenuta in Italia nel 2010, il 29,9% del prodotto interno lordo. Quasi 434 miliardi (93,6% della spesa totale) sono stati spesi dalle amministrazioni pubbliche, destinati per 412 miliardi alle prestazioni per i cittadini (soprattutto per la previdenza), il 2,5% in più dell’anno precedente, con un’incidenza del 26,6% sul Pil (26,5% nel 2009) e del 55,8% sulla spesa pubblica corrente.

Cresce l'uso dei pc a discapito di libri e giornali

Nel nostro Paese è meno diffusa l’abitudine alla lettura di giornali e libri: legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 54% delle persone in età scolare, mentre il 45,3% si dedica alla lettura di libri. Quest’ultima percentuale risulta in calo rispetto all’anno precedente (era il 46,8%), come pure quella di lettori ’fortì, cioè coloro che hanno letto 12 libri e più in un anno (13,8% rispetto al 15,1% del 2010). I giovani di 11-14 anni sono i lettori più accaniti (62%), pur registrando un calo in confronto a un anno prima (65,4%). Gli uomini leggono di più i quotidiani (60,3% contro il 48,1% delle donne), mentre le donne preferiscono i libri (51,6% contro il 38,5% degli uomini) e ne leggono in maggior numero. In costante crescita risultano invece gli utilizzatori del personal computer e di Internet, i quali rappresentano ormai, rispettivamente, il 52,2% (51% nel 2010) e 51,5% (48,9%) della popolazione di 3 anni e oltre.

L’uso del pc, continua l’Istat, tocca il livello massimo tra i 15 e i 19 anni (quasi 9 ragazzi su dieci), ma gli utilizzatori aumentano anche fra i 65-74enni (14,9% contro il 13,7% di un anno prima), per scendere al 3,3% fra gli ultra settantacinquenni. A livello territoriale, permane uno squilibrio sia nell’uso del pc (Nord 56,9%, Centro 54,4%, Mezzogiorno 44,6%), che in quello di internet (Nord 56,3%, Centro 54,2%, Mezzogiorno 43,7%).

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