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Italia, 0-0 col Camerun: esperimenti e poche idee A Lippi serve un bomber

Bonucci la più bella novità nel pari col Camerun. Gilardino non basterà: o Totti guarisce o tocca a Balotelli. L'Uefa richiama in diretta Lippi: avrebbe spiato i replay su un monitor per protestare

Italia, 0-0 col Camerun: 
esperimenti e poche idee 
A Lippi serve un bomber

Se Nesta dovesse insistere nel restare a casa, per il mondiale, forse non è il caso di farne un dramma. Possiamo infatti promuovere, a pieni voti, Leonardo Bonucci, 22 anni, scuola Inter ma spedito al Genoa nel cambio con Milito e Thiago Motta, gioca adesso nel Bari dopo l’apprendistato col Pisa. Dinanzi alla sagoma di Eto’o non trema affatto.

Anzi: tutte le volte che nell’uno contro uno lo affronta in campo aperto riesce a portargli via il pallone dando spessore e sostanza alla difesa azzurra nella doppia versione, a 3 durante la prima frazione, a 4, schieramento classico nella seconda con Maggio e Chiellini spostati lungo i rispettivi argini. Il Ct lo testa per tutto il tempo necessario, ne valuta azione e maturità, anche la reazione dinanzi a un debutto da far perdere la testa. E invece questo ragazzo si comporta come un veterano: neanche un’incertezza, una randellata sulla caviglia di Eto’o per fargli capire bene la storia e poi via a squadernare il proprio repertorio. Bonucci tenta anche la migliore fortuna spingendosi dalle parti del portiere del Camerun, di giallo vestito: è molto dotato nel gioco aereo e ci prova, come tutti i ragazzi che vogliono volare a occhi aperti. Una sola ombra: quel giallo meritato nel finale, frutto forse della stanchezza.
È questa una delle poche, buone notizie che la Nazionale e Lippi riescono a portarsi via da Montecarlo, sede dell’amichevole di ieri sera con il Camerun, in uno stadio semi-vuoto al culmine della prima e unica amichevole giocata prima del mondiale. Da quelle parti, di questi tempi, vanno di moda gli schiavi del gioco d’azzardo e le belle donne, se con passaporto lituano o russo meglio.

Promosso Bonucci, da rinviare ogni giudizio sul conto di Marco Borriello, l’altro osservato speciale dell’Italia in maschera schierata rovistando a piene mani nel campionato e nelle isole in particolare. Per esempio il 29enne Cossu, piccolo di statura, comincia in una posizione infelice, defilato sulla destra. Rende in modo sufficiente, al servizio del collettivo azzurro e delle rare giocate offensive, appena gli snodi lo portano sul centro, alle spalle della coppia d’attacco del primo tempo Di Natale-Borriello. Gioca uno spezzone il centravanti milanista senza ricevere una sola palla come si deve: fare a sportellate con i gendarmi del Camerun che sono dei mostri dal punto di vista fisico non è il massimo e allora si ritira con qualche rimpianto. Anche Pazzini, schierato al suo posto nella ripresa, non gode di maggiori opportunità. La verità è una sola: l’attacco dell’Italia si avvita solo ed esclusivamente sull’abilità balistica di Totò Di Natale, non per niente il re del gol in Italia con 19 centri messi a disposizione dell’Udinese. Tre-quattro le sue conclusioni, qualcuna senza fortuna: a Di Natale si ferma l’Italia.

Ecco allora l’autentico limite della Nazionale che viaggia verso il Sudafrica con un deficit vistoso. Un solo gol nelle ultime tre sfide, contro Camerun, Svezia e Olanda: l’isolato sigillo firmato da Chiellini a Cesena, contro gli svedesi, proprio come ieri, punto annullato per evidente fuorigioco del difensore venuto avanti su calcio d’angolo secondo schema collaudato. Quattro anni fa, prima di trasferirsi a Duisburg, l’Italia di Lippi smerigliò la sua mira rifilando tre gol all’Olanda e facendo addirittura meglio, contro la Germania. È vero, è assente Gilardino, autore della tripletta contro Cipro, a Parma nel 2009, ultima gara di qualificazione, ma non sarà certo lui a colmare tutte le lacune. Amauri è fermo ai box e senza passaporto,

Quagliarella intervenuto più tardi (al posto di Di Natale) non è riuscito a concludere granché. Inutile far finta di niente: qui o si recupera, fisicamente, Totti, e non ci sono le condizioni, oppure è il caso di violentare le abitudini del Ct viareggino e di pensare a Balotelli. «I giornali sono diventati come i partiti politici: fanno campagna elettorale per Mario» la chiosa divertita di Marcello.
A proposito del Ct, gli esponenti dell’Uefa hanno censurato il tecnico italiano perché chiedeva all’inviato Rai dinanzi al monitor conferme e smentite ai fischi dell’arbitro. «Non è mai successo» la smentita secca di Carlo Paris.

Questi parrucconi del calcio han paura della tv.

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