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Italiani rapiti, nuova rivendicazione di al Qaida

In un comunicato pubblicato su internet con data 30 dicembre compaiono tre foto: due dei documenti d'identità di Sergio Cicala e della moglie Philomene Kabouree e una della coppia. Chiesto un riscatto di 7 milioni di dollari per tre spagnoli sequestrati

Italiani rapiti, nuova rivendicazione di al Qaida

Roma - C'è una nuova rivendicazione per il rapimento di Sergio Cicala e la moglie Philomene Kabouree, rapiti in Mauritania il 18 dicembre scorso. A pochi giorni da un precedente messaggio il gruppo di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), pubblica su internet - con un messaggio datato 30 dicembre - tre foto: le prime due raffiguranti i passaporti e la terza che mostra Cicala, pensionato 65enne, e la moglie italiana originaria del Burkina Faso, in ginocchio, circondati da cinque uomini armati. Probabilmente la stessa foto diffusa nei giorni scorsi dall'emittente araba al Arabya.

Una nuova rivendicazione in cui l'Aqmi torna a ribadire che il rapimento è legato alla politica estera italiana: "il rapimento - è scritto nel comunicato del gruppo terroristico - é avvenuto quando il governo di Silvio Berlusconi sostiene le guerre in Afghanistan e in Iraq e sostiene la 'crociata' contro l'islam". Il braccio di Al Qaida nel Maghreb precisa così "che se la famiglia degli ostaggi e il popolo italiano tengono alla sicurezza di Cicala e Kabouree, devono fare pressioni sul loro governo perché dia seguito alla sua richiesta", riferisce il Centro americano di sorveglianza dei siti estremisti islamici (SITE), che ha riproposto le immagini. Una prima rivendicazione dell'Aqmi era giunta il 28 dicembre attraverso il canale satellitare Al Arabiya, che aveva diffuso un messaggio audio e una foto in cui Cicala appare in un sito desertico insieme alla moglie - il cui volto è stato oscurato - stringendo tra le mani il suo passaporto chiuso, mostrandone la copertina.

Intanto dalla Spagna si è appreso i rapitori hanno chiesto un riscatto di 7 milioni di dollari, oltre al rilascio di 6 membri del gruppo detenuti in Mauritania, per la liberazione dei tre cooperanti spagnoli sequestrati il 29 novembre scorso. Le condizioni di salute di uno dei tre - ferito ad una gamba durante la cattura - starebbero migliorando, secondo quanto riferito dal responsabile dell'Ong cui appartengono.

Insieme ai tre spagnoli e alla coppia italiana è nelle mani dei rapitori anche un francese.

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