Gian Maria De Francesco
da Roma
Tasse a raffica e niente sconti per nessuno. Il governo dellUnione si appresta ad inasprire la pressione fiscale sui contribuenti italiani.
Il sottosegretario allEconomia, Mario Lettieri (Dl), ha voluto rassicurare i cittadini e i mercati sottolinenando che «la manovra-bis dovrebbe essere tra i 7 e i 10 miliardi e ci saranno interventi per rilanciare la crescita». E ha promesso che il governo non aumenterà le tasse, mentre farà «una lotta senza quartiere allevasione». Il recupero dellevasione e dellelusione fiscale, stimate in 20 miliardi di euro, è tuttavia un processo lunghissimo che mal si coniuga con lesigenza immediata di aumentare il gettito. E di garantire spese escluse dallultima Finanziaria di Giulio Tremonti.
Come ha precisato ieri il sottosegretario diessino allEconomia Alfiero Grandi, ci sono due capitoli sui quali si potrebbe intervenire rapidamente: «La seconda tranche della riforma fiscale del centrodestra e il riordino contributivo». Nel primo caso, sulla scia di quanto auspicato dal presidente della commissione Bilancio del Senato Morando, si passerebbe a un inasprimento dellIre (lex Irpef) sui redditi più elevati, un provvedimento che porterebbe oltre due miliardi di euro nelle casse dello Stato. Nel secondo caso si aumenterebbero i contributi previdenziali sui lavoratori atipici e sugli autonomi. Si tratta di circa 2 miliardi prelevati dai lavoratori. Unimprobabile (per ora) reintroduzione della tassa di successione, invece, garantirebbe un gettito modesto.
Ma tagliare gli oneri sul lavoro di cinque punti, come promesso in campagna elettorale, costa 10 miliardi. La coperta è comunque corta: o si infrange la promessa o si agisce sullIva perché dallaumento della tassazione delle rendite finanziarie giungerebbero solo 2 miliardi. In materia di Iva lintendimento sarebbe quello di recuperare alcuni crediti dimposta il cui ammontare totale è di circa 20 miliardi. La scusa è pronta: le 22 procedure di infrazione avviate dallUe nei confronti dellItalia che dovrebbe costringere le imprese a restituire aiuti ritenuti illegittimi (si tratta soprattutto di crediti Iva, ndr). E nel caso in cui tutto questo non bastasse «non credo sia una bestemmia ipotizzare un aumento delle aliquote», ha detto Morando.
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