Entrando alla Fondazione Forma di Milano a due passi dal Teatro Verdi di via San Gottardo, si ha la netta sensazione di entrare in un mondo che non ci appartiene più se non per storia e memoria, ma un mondo che tutti vorremmo vivere o rivivere.
Lo percepiamo mentre guardiamo immagine dopo immagine del grande fotografo Jeaques Henry Latique al quale la Fondazione Forma dedica una retrospettiva d'autore, i motori, le donne, la Parigi e L'Eliseo del Presidente francese Giscard.
Le ragazze sorridono avvolte da splendidi vestiti le cui gonne si gonfiano con il vento, a Biarritz La moglie Renée, viene ritratta nel 1930 con un cappello di grandi dimensioni, come la moda dell'epoca richiedeva, il cui candore fa risaltare il viso abbronzato di lei, tra Aix e Parigi possiamo ancora rivederla seduta su un'auto d'epoca aggrappata al parabrezza, era il 1931, con occhiali e cuffia come si portavano sulle auto decapottabili.
Le auto sono sempre state una grande passione del fotografo, splendide le immagini del Grand Prix, la Delage dell'Automobil Club di Francia sfreccia al traguardo, era il 1912. E poi ancora ragazzi che giocano a tennis in tenute perfette, un ragazzino si tuffa, un altro fa le capriole, altri ancora colpiscono una palla.
E' stato questo il favoloso mondo di Latique, una bella vita da vero "amatore", scoperto anche da Giscard D'Estaing che lo nominò suo fotografo ufficiale. Il titolo della mostra allo Spazio Forma è "La scelta della felicità" aperta fino al 20 novembre con ingresso su via Lucrezio Caro1 (ingresso Euro 7.50. Purproppo non c'è catalogo). Dopo qualche doverosa nota bibliografica necessaria per capire il suo lavoro di artista e l'epoca in cui viveva, ritornere a parlare delle bellissime immagini in seguito denate allo Stato.
Latigue era nato a Corbevoire nel 1894, nei sobborghi di Parigi, da una famiglia benestante dalla quale riceve un'educazione si può dire "moderna"; il padre lo incoraggia al mondo delle automobili e capisce la sua passione per la fotografia, un mezzo allora non ancora considerato artistico al punto che nel 1901 gli regala una macchina fotografica in legno (13x18) con otturatore manuale con la quale inizia a realizzare le prime immagini come quella del gatto che salta su uan spalla esposta in mostra. Una favola lunga una vita dettata dal desiderio di fermare il tempo.
Successivamente si era attrezzato di fotocamere che avevano tempi di scatto velocissime: da pricipio le esperiementa nella bella villa ricca di verde, dai larghi viali di ghiaia che Henry percorreva con il fratello Zissou, più comunemente chiamato "bob terrestre", con il quale saltava scalinate e siepi. Quando gira per la Francia e altrove Latique insegue la velocità, dalle gare ciclistiche a quelle automobilistiche, poi si dedica ad aerei e alianti e alterna alle nuove macchine la cinepresa ricevuta dal padre a dieci anni. Poi scatta il periodo delle "donne".
Le prime dame eleganti le insegue al Bois de Boulogne, poi punta l'obiettivo sulle amiche e sulla moglie. Tutte finivano in eleganti album familiari, perchè l'artista che era anche pittore di natura, fiori prevalentemente e soggetti sportivi, si considerava un modesto fotoamatore. E' a partire dagli anni Cinquanta che partecipa a un'importante collettiva e nel 1962 a New York va vedere alcune stampe fotografiche a John Zsarkowski, direttore del dipartimento del Museo d'Arte Moderna, il quale folgorato da tanta genialità e bellezza gli dedica subito una prospettiva all'età di settant'anni.
Negli altri venti anni di vita si dedica a Giscard.In mostra alla Fondazione Forma non mancano alcuni quaderni e agende da lui scritti dalle quali emerge una carattere melanconico al contrario dei suoi scatti vivaci e felici, per non dire spesso spensierati.
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