Torino - È nata la nuova coppia del gol della Juventus. E Alessandro Del Piero non ne fa parte, almeno non dal primo minuto. Trezeguet e Iaquinta stendono il Palermo in meno di un tempo, si muovono all'unisono e permettono alla truppa di Ranieri di rimanere nella scia della locomotiva Inter sfruttando la pochezza della squadra di Colantuono, timida, impacciata e imprecisa. Di contro, la Juve ha messo subito il pilota automatico e proposto il solito canovaccio di questo campionato: pochi fuochi d'artificio, ma tanta sostanza. Tiago finiva ancora in panchina e trovava al suo fianco Del Piero, che a questo punto è stato sorpassato sia in casa Juve che in azzurro dal ragazzone di Calabria esploso in Friuli. Per il capitano tira davvero una brutta aria: Ranieri dimostra di non guardare in faccia nessuno e di infischiarsene di contratti milionari firmati in estate (Tiago, appunto, ma anche Almiron, finito ieri addirittura in tribuna) o in autunno (Del Piero, appunto, che a metà ottobre ha rinnovato il suo matrimonio con la Signora fino al 2010).
Privilegia la freschezza e la produttività, Ranieri: e se Trezeguet non si discute - con la rete di ieri è arrivato a quota 11 in 13 presenze -, anche il ruolino del campione del mondo più sottovalutato che ci sia non è male proponendo 6 gol in 9 apparizioni. «Gioca chi mi fa vincere». È il manifesto del tecnico romano. Dategli torto, se potete.
Così, una partita cominciata e proseguita nel silenzio delle curve che hanno inteso ricordare e omaggiare Gabriele Sandri, si è rivelata quasi una passeggiata per la Signora. Facilitata dalla pochezza del Palermo del primo tempo, certo, ma comunque attenta e decisa. Iaquinta aveva preso le misure ad Agliardi (Fontana, influenzato, era in panchina) un paio di volte su punizione, poi il vantaggio bianconero arrivava su calcio d'angolo: sponda di Legrottaglie, mezza girata di Treze-gol e tanti saluti all'equilibrio. I siciliani non abbozzavano nemmeno una reazione, Amauri pareva un palo della luce piantato lì per caso e la verve di Caserta non era sufficiente per spaventare i padroni di casa. I quali ringraziavano e, dopo avere sfiorato il bis con Nedved (Barzagli salvava a portiere battuto), raddoppiavano con Iaquinta.
Insomma: quando il Palermo si svegliava, i buoi erano già scappati. C'era anche spazio per Del Piero che non tradirà la mezza ovazione del pubblico (nel dopo gara siparietto tv con Donadoni. Alex: «Il mio un diktat al ct? No, ho solo detto che ero un attaccante e non un centrocampista»; «mai avuto dubbi in proposito» la risposta del tecnico). Tornando alla partita, Del Piero subito in rete con una punizione dal limite, tre minuti dopo avere messo piede in campo e bis su rigore a tempo scaduto. Persino Marchionni troverà tempo per contribuire alla goleada certificata dal 5-0 finale.
Di più: Del Piero avrà modo anche di mostrare la grinta del capitano richiamando all’ordine Palladino, reo di non avergli passato una palla: «Stai al tuo posto», il senso dell’urlo di Alex a muso duro in faccia al compagno. «Nello spogliatoio ci siamo chiariti», dirà Alex più tardi.E ora una settimana di passione in attesa del match di sabato sera al Meazza al cospetto del Milan.
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