Juventus Se l’anarchia regna ancora sovrana

di Tony Damascelli
Un vertice, ogni giorno, secondo le gazzette. La Juventus si allena in campo e studia in sede. Fin qui sembra tutto bello e buono. Poi incominci a capire come stiano effettivamente andando le cose. Iaquinta si presenta al raduno con una coscia malconcia, ricordo dell’ultima esibizione con la nazionale al mondiale, data ventiquattro giugno. La guarigione? Non prima di un mese. Domanda: che cosa è accaduto dal giorno fatidico dell’eliminazione azzurra a ieri? Iaquinta è andato in vacanza e con lui i medici, della nazionale e della Juventus, il calciatore non si è curato, la società juventina non l’ha fatto seguire, la federcalcio lo ha abbandonato? O c’è dell’altro che la Juventus non vuole comunicare? Imperdonabile.
Seconda considerazione: Del Piero afferma che non si sente riserva, che vuole giocare e che, comunque, intende partire alla pari con gli altri. Diego si dice sicuro di restare perché “me lo ha detto Del Neri”. I calciatori parlano, la società resta in silenzio, ognuno fa e dice quello che vuole, ogni giorno un vertice, non soltanto tra Agnelli e Marotta, ma tra gli juventini e il resto del mondo. Del Piero vuole partire alla pari con gli altri, anche Manninger, se per questo, e Grygera e Zebina e Poulsen, in verità Del Piero non ha ancora deciso che cosa fare da grandissimo, grande lo è già. Se dipendesse da lui, e da chi lo gestisce, chiederebbe il prolungamento del contratto, magari fino a quarant’anni, come Dino Zoff che però giocava in un’altra posizione ed aveva un peso contabile diverso sul bilancio della società. Segnalo ai contemporanei che Platini decise di ritirarsi a trentadue anni (rifiutando tre offerte sontuose di Sampdoria, Milan e Marsiglia); Zidane a trentaquattro anni, pur essendo ancora in forma splendida e decisiva per il Real Madrid e la nazionale francese, testata a parte. Del Piero compirà trentasei anni il prossimo nove di novembre, è integro fisicamente, è una bandiera, nessuno può discutere quello che ha fatto per la Juventus ma c’è una frontiera oltre la quale un campione non deve andare, per non essere compatito o tollerato. Se va in panchina i suoi cortigiani, allo stadio e sui giornali, incominciano a protestare, se gioca e viene sostituito idem come sopra. Del Piero vuole partire alla pari con gli altri? La Juventus è reduce da un periodo di anarchia e indisciplina totali durante il quale il capitano non ha mai preso posizione netta, severa nei confronti anche dei propri compagni più sghembi, da Zebina a Melo, da Amauri a Trezeguet a Camoranesi, preferendo dialogare con gli ultras aggressivi e aggressori. Se si vuole trovare una soluzione morbida si pensi al gallese Giggs e al ruolo, non tattico, che ha interpretato in questi anni nel Manchester United.
Diego: si è capito che è un piccolo campione. Non cresce, è fragile caratterialmente, è un brasiliano triste, non gioca mai la palla di prima e adesso si scrive e si dice che potrebbe essere impiegato alla Doni. Ora l’atalantino, dotato di senso tattico e del gol (per questo forse che non piaceva a Jesse James Lippi), non può essere il punto di riferimento e di rinascita della Juventus. Se la squadra punita, svuotata,retrocessa, risorta e poi fallita, deve ripartire pensando al Chievo, all’Atalanta e alla Sampdoria allora siamo punto e a capo. Lo dice lo stesso Del Neri, la Juventus è la Juventus, o qualcuno lo capisce o chiuda la valigia e si accomodi alla porta. Ecco il problema: chi apre la porta? Boniperti, dimenticato in fretta e spedito in soffitta, ribadiva che un grande dirigente va giudicato non per quello che sa comprare ma per quello che sa vendere. Per il momento alla Juventus le chiacchiere stanno a zero, restano in circolazione autentiche bombe ad orologeria (Camoranesi, Trezeguet anche se gli atti di fede nei confronti dell’attaccante fanno parte di una strategia) e altri gingilli carissimi (Grosso, Zebina) per non dire di Poulsen e Grygera, di Giovinco e di Salihamidzic.

In compenso sono arrivate figure di profilo minore, a parte Bonucci (la cui convivenza con Chiellini solleva perplessità), quali grandi club inseguivano Martinez, Lanzafame, Pepe per i quali la società ha speso quasi 30 milioni di euro? Tra qualche giorno la Juventus sarà in campo per il turno preliminare di Europa league. A parte le orribili nuove maglie, nulla è definito. Non vorrei che qualche bella gioia incominciasse a rimpiangere Blanc e Bettega. Non mi sembra il caso.

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