Il kamikaze lavorava a una bomba a distanza

È stato trasferito in carcere Mohamed Game, l’attentatore libico che lo scorso 12 ottobre ha tentato di farsi saltare in aria davanti alla caserma Santa Barbara di Milano, mettendo in atto la prima azione kamikaze in Italia. Game alcuni giorni fa è stato trasferito dall’ospedale San Paolo al carcere di San Vittore. Qui è sottoposto a un normale regime penitenziario, ed è seguito dai sanitari per continuare le terapie cui è sottoposto dopo l’amputazione della mano. Qui avrebbe già ricevuto la visita del fratello.
In seguito all’esplosione del suo ordigno artigianale, Game ha perso anche la vista oltre alla mano. Dal giorno dell’attentato si trovava ricoverato in stato di detenzione nel reparto penitenziario dell’ospedale. Nei giorni scorsi le sue condizioni fisiche sono migliorate, come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Leonardo Pedone, così è stato possibile trasferirlo nel carcere milanese. «Non vede più - ha chiarito il legale - ma i medici hanno fatto sapere che potrebbe recuperare la funzionalità di un occhio».
Intanto, dalle indagini coordinate dal pm Maurizio Romanelli è emerso che l’innesco utilizzato per far esplodere l’ordigno era formato da Tatp, perossido di acetone, una polvere utilizzata anche per gli attentati di Casablanca del 2003 e di Londra del 2005. Game poi, oltre ad aver effettuato minuziose ricerche su diversi esponenti del governo, tra cui Roberto Calderoli, Roberto Maroni e lo stesso premier Berlusconi, stava lavorando nell’ultimo periodo sul proprio cellulare per confezionare un timer per far esplodere ordigni a distanza, come quello utilizzato nella strage di Atocha del 2004.

Inquirenti e investigatori stanno lavorando a ritmo serrato e a breve potrebbe esserci la chiusura delle indagini. Non è escluso, inoltre, che per Game e i suoi due presunti complici, anche loro in carcere, il Pm possa chiedere il giudizio immediato.

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