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Kenya E il fratellastro finisce in galera per droga

I parenti dimenticati di Barack Obama continuano a monopolizzare l’attenzione dei media americani. Dopo la scoperta, negli ultimi giorni di campagna elettorale, di una zia che viveva da immigrata clandestina in una casa popolare alla periferia di Boston, ieri è stata la volta del fratellastro del presidente, George Hussein Onyango Obama, arrestato in Kenya per possesso di marijuana. Figlio di Barack Obama senior, morto vent’anni fa dopo avere avuto quattro mogli e otto figli, George ha 26 anni e vive in una baraccopoli alle porte di Nairobi.
È stato uno dei pochi familiari a non essersi recato a Washington per l’insediamento del presidente Usa. In realtà, Obama ha detto di aver incontrato il suo fratellastro solo due volte ed ha scritto brevemente di lui nel libro «I sogni di mio padre», definendo la situazione in cui viveva una «questione dolorosa» e descrivendo George come «un ragazzino dalla testa tonda e lo sguardo circospetto». Ignorato dai media americani rispetto alla ormai celebre nonna Sarah di Kogela, il fratellastro di Obama è finito sotto i riflettori ad agosto, dopo aver raccontato la sua storia all’edizione italiana di «Vanity Fair» in un ampio servizio corredato da foto della baraccopoli in cui lui aveva confessato di vivere come un recluso con meno di un dollaro al giorno. «Se qualcuno mi chiede se Obama è un mio parente dico di no, mi vergogno», raccontava nell’intervista George, che ha il volto segnato da cicatrici e supera in altezza il fratellastro presidente. Rimbalzato su diversi media Usa, il servizio aveva fornito anche lo spunto per uno spot sul web del Partito repubblicano che alla vigilia della convention democratica di Denver attaccava Obama giudicando il suo background familiare non adatto ad un presidente. Per il momento George, che sognava di diventare meccanico, si trova in una cella della stazione di polizia di Huruma, a Nairobi, e dovrà comparire in aula domani con l’accusa di possesso di marijuana e resistenza all’arresto. Il giovane sostiene di essere innocente. Ad un giornalista della Cnn che è riuscito a parlargli dopo l’arresto ha detto «mi hanno portato via da casa e ancora adesso non capisco perché».

Sull’arresto del fratellastro dimenticato nello slum di Nairobi, per ora dalla Casa Bianca nessun commento.

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