Cultura e Spettacoli

King Kong si dà alla lirica, per diventare più umano

Il 9 novembre debutta in prima assoluta al teatro lirico di Terni un'opera tratta dal celebre film Cooper e Schoedsack del 1933. Fabrizio De Rossi Re firma la partitura, mentre il libretto è di Louis Gabriel Santiago.

Un classico film degli anni Trenta, il «King Kong» di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack del 1933, diventa un'opera lirica. Musicata dal compositore Fabrizio de Rossi Re su libretto di Luis Gabriel Santiago e commissionata appositamente per il Festival OperaInCanto di Terni, l'opera verrà presentata in anteprima assoluta al pubblico italiano il 9 novembre al teatro Secci di Terni. Il sottotitolo del soggetto è: «Una passione imbarazzante ai confini del mondo civile», quasi una dichiarazione in merito alla scelta degli autori. «Una grande passione è sempre in fondo imbarazzante e orgogliosamente ridicola», spiega De Rossi Re. «Non nel senso sessuale del termine (oggi il sesso non scandalizza più nessuno), quanto di un imbarazzo umano, talvolta ipocrita, nei riguardi della Natura violentata e calpestata«. In questa favola rovesciata rispetto al film, è la donna (Viola Ann Darrow) che fugge dal mondo civile per cercare l'amore su un'isola. Le difficoltà nascono quando incontra un mostruoso scimmione che in realtà non aspira ad altro che a diventare umano. La sceneggiatura per il film «King Kong» non fu tratta da un libro (come invece la quasi totalità dei film fantastici) ma il contrario. Solo dopo il film venne pubblicato un romanzo basato sul film e sulla sceneggiatura di Merlan Cooper e Edgar Wallace. «Rifarsi quindi al film originario è filologicamente corretto» spiegano gli autori, «volutamente abbiamo tralasciato i vari remake successivi». Partendo dalle suggestioni del film, gli autori hanno creato un vero e proprio libretto per la musica del loro King Kong. Sono nate così, arie e canzoni come «L'Isola del teschio», «Piccola mia bambolina pallida», «Vivere, vivere», «Canto notturno degli indigeni», «Ninna nanna dello scimmione», «Solenne Corale antropologico» che ovviamente non erano lontanamente presenti nella sceneggiatura del film, ma sono servite proprio a dare una veste musicale alla storia. Gli interpreti dell'opera sono Roberto Abbondanza nel ruolo dello scimmione e Sonia Visentin nel ruolo che fu di Fay Wray, Viola Ann Darrow, diretti dal maestro Fabio Maestri.

Le scenografie sono ridotte al minimo, sostituite da spettacolari effetti visivi e sonori e video proiezioni.

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