A Kitzbuehel Rocca va ko Meno male che c’è Moellg

Giorgio fuori dopo due porte, l’altro azzurro sfiora l’impresa: terzo a 5 centesimi dal vincitore svedese

«È troppo, troppo per me. Questa seconda vittoria è ancora più incredibile della prima, anche perché ero stanco e volevo solo arrivare in fondo». Jens Byggmark fa bis, stavolta non c'è la nebbia ad avvolgere il suo trionfo di Kitzbuehel, ma un sole fantastico, anche le foto saranno più belle, a ricordargli una due giorni indimenticabile, perché se è quasi certo che Jens di gare ne vincerà ancora tante, la prima volta non si scorda mai. Ieri il simpaticissimo svedese - che sembra un bambolotto - si è messo in tasca 134.000 euro e un prezioso Rolex, ma soprattutto si è tenuto addosso quel pettorale rosso di leader della classifica di slalom conquistato a sorpresa dopo la vittoria di sabato. Lo sfoggerà domani sera nello slalom di Schladming, quando per la prima volta partirà nel gruppetto dell'élite assoluta, i primi sette della classifica mondiale.
Byggmark è il primo slalomista a fare doppietta in questa stagione, per la Svezia invece si tratta della quarta vittoria in sei slalom, oltre a lui infatti hanno vinto Myhrer e Larsson, come tutti a bocca aperta davanti al giovane compagno la cui sciata modernissima ed efficace sta aprendo nuove frontiere allo sfruttamento degli sci corti e sciancrati.
Ma se la gioia di Byggmark ieri era ancora più coinvolgente di quella di sabato, il sorriso più radioso alla fine era quello di Manfred Moelgg, il ventiquattrenne finanziere di San Vigilio di Marebbe che, salendo sul podio come terzo, si è messo definitivamente alle spalle un periodo da incubo. Al via con il numero 23 grazie ai buoni piazzamenti degli ultimi slalom affrontati con pettorali altissimi, l'azzurro ha chiuso al comando la prima manche con 26/100 di vantaggio su un altro redivivo, l'austriaco Pranger, con Matt, Schoenfelder e Byggmark poco più indietro. Nella seconda l'azzurro non ha certo frenato, mancando la vittoria per soli 5/100 e il secondo posto di Mario Matt per 2.
La gara per l'Italia era iniziata con un pugno nello stomaco, perché Giorgio Rocca, al via con il numero 1, era caduto alla quarta porta. È un periodo davvero difficile per lo slalomista di Livigno che uno dopo l'altro sta fallendo i suoi obiettivi, prima quello della polivalenza, ora quello di vincere almeno in slalom. «Mi manca allenamento, c'è poco da fare, ma lo slalom dei Mondiali è ancora lontano, intanto però penso a quello di Schladming. Ho un conto in sospeso con quella pista, spero che stavolta sia quella buona». Giorgio, da vero sportivo, ha gioito per il podio di Manfred, ma si è anche un po' preoccupato nel vedere che lo slalom sta vivendo un cambio generazionale con l'avvento di Byggmark, Berthod (ieri quarto), Neureuther (quinto), Gini (10°) o ancora Janyk (ieri uscito), ragazzi che sciano con una scioltezza straordinaria e rischiano sempre il 100%. In mezzo a queste novità Manfred Moelgg, che non saliva sul podio da tre anni, da quando a Schladming nel 2004 era stato secondo alle spalle di Benny Raich. «Per me è come una vittoria, sono finalmente riuscito a sciare sciolto come in allenamento, le buche non mi fanno più paura, in certe gare quest'anno sono partito col numero 59...».

I dolori alla schiena ormai sono solo un brutto ricordo e Manfred come molti guarda avanti, allo slalom di domani e soprattutto ai Mondiali, ai quali dovrà rinunciare il principe Hubertus Von Hohenloe che puntava alla 13ª partecipazione: ieri nella prima manche dello slalom è caduto e si è rotto una gamba.

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