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La Kostner ancora regina d’Europa: "Denise il mio idolo"

Carolina bissa il successo di un anno fa vestita da Cavalli e sulla musica dei Doors: "Difficile domare la pressione quando sei favorita"

La Kostner ancora regina d’Europa: "Denise il mio idolo"

Le dive possono amarsi, soprattutto se non recitano nello stesso film. Domandate a Carolina Kostner chi sia la donna dello sport italiano che più ammira. Risposta: «Denise Karbon: perché mi piace lo sci, perché è altoatesina come me e perché era in squadra con la mia mitica cugina Isolde». Parole pronunciate ieri, nell'euforia di un altro giorno d'oro delle signore azzurre? No, una settimana fa, dal ritiro tedesco di Oberstdorf, dove la pattinatrice gardenese, 21 anni a febbraio, affila lame, salti e trottole per scolpire le piste di tutto il mondo. Parole che hanno portato bene: ieri a Zagabria Carolina si è confermata campionessa d'Europa di pattinaggio di figura, bissando l'oro 2007 di Varsavia, già storico perché mai vinto in passato da una nostra atleta. Solo Carlo Fassi, il milanese che divenne così famoso negli Usa da ispirare a Charles M. Schulz un personaggio dei "Peanuts", ha saputo portare due trionfi continentali al nostro pattinaggio ma è un romanzo di cinquant'anni fa. A loro si aggiunge solo il successo di Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio nella danza, agli Europei 2001.
Carolina era al comando della classifica già venerdì pomeriggio, dopo il programma corto eseguito interpretando «Riders on the storm» dei Doors, «cavalieri sulla tempesta», come lei, favorita d'obbligo ma chiamata a domare le nuvole gonfie di pioggia che minacciano sempre chi ha vinto l'anno prima. Le lunghe braccia come ali, le gambe da passerella, i pattini profondi nel ghiaccio, aveva alternato lampi di classe e imperfezioni tecniche, una prova sufficiente per mettere in fila quelle che alla vigilia considerava le rivali, la finlandese Korpi, seconda, e la svizzera Meier, quarta.
Ieri ha confermato di dominare la scena europea anche per personalità, eleganza e gestione della gara. Vestita di fucsia, come la moda oggi suggerisce, dallo stilista Roberto Cavalli, lanciata sulle note del «Dumsky Trio» del compositore ceco Antonin Dvorak, ha cominciato splendidamente il programma libero, ha lasciato punti sul tabellino dei giudici con qualche errore ma ha abbracciato l'intera pista sfiorando più volte la balaustra, comunque padrona del campo. Poi si è seduta sul kiss&cry, il divanetto dove le pattinatrici attendono il verdetto della giuria, con un sorriso un po' teso. Ma esprimersi al di sotto del suo potenziale non le ha impedito di brindare: la Meier, migliore di Carolina nel libero, si deve accontentare dell'argento davanti alla finlandese Lepisto. Sesta la milanese Valentina Marchei, campionessa italiana. «È difficile gestire la pressione quando vuoi confermarti», ha detto la Kostner, che ha chiuso con 171.28 punti, contro i 169.44 della seconda, «ma ho provato a stare calma e concentrata. Ho commesso qualche errore, ma ho dato tutto quel che avevo. Sono contenta soprattutto per la gente della mia Val Gardena».
A Zagabria c'erano i tifosi di Ortisei e quelli dei siti internet che venerano Carolina, ospitando forum su cui si possono leggere i messaggi di altre pattinatrici che la implorano di offrire suggerimenti «perché ho una gara e non mi sento sicura». La fanciulla è popolare, lo dice anche la Doxa, per la quale è la sportiva italiana più amata tra i bambini dai 5 ai 13 anni mentre un'indagine del 2007 ne fa l'atleta con il più alto indice di bravura per i ragazzi fra i 14 e i 24 anni. Copertine e spot pubblicitari confermeranno presto. La delusione dei Giochi di Torino l'ha forgiata, ora nel mirino ci sono i Mondiali svedesi a marzo, dove dovrà sfidare le star orientali: a prepararla, con sei ore di allenamento al giorno, ci penserà uno staff di cinque persone (coreografi, fisioterapista e insegnante di danza), coordinato dal coach tedesco Michael Huth. A Zagabria Huth ha portato all'oro anche il ceco Tomas Verner, che non nasconde di ammirare Carolina. Non solo come pattinatrice.

Le dive sono fatte per essere amate.

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