L’altra faccia di Mani Pulite sbarca a teatro

In scena a Napoli. Produce Squitieri, Albertazzi legge l’addio di Cagliari

Carmine Spadafora

da Napoli

«Il padre di Monica fu arrestato mentre era in rianimazione, il 25 agosto del '92. Aveva appena subito una delicata operazione per un grave distacco di peritonite ed era in pericolo di vita. La stanza d’ospedale di Eboli, dove operava il chirurgo amico, fu piantonata da due poliziotti e i familiari tenuti alla larga. Non potevano assisterlo. E neppure sapere sue notizie». È il racconto drammatico che Monica Trotta, figlia dell’allora potente socialista, Nicola, «molto popolare a Salerno», affida alle pagine del libro che Stefania Craxi dedica alle donne di Tangentopoli: «Nella buona e nella cattiva sorte. Mogli, madri, figlie, compagne degli uomini bersaglio della malagiustizia».
Dal libro è nato anche un atto unico, concerto per voci e ombre, dal titolo Nella buona e nella cattiva sorte, messo in scena da Stefania Fusco, in prima nazionale a Napoli. Fuori scena, Giorgio Albertazzi, legge la lettera-testamento che Gabriele Cagliari scrisse prima di togliersi la vita. Il produttore è Pasquale Squitieri che ha definito lo spettacolo «la risposta povera al Caimano di Nanni Moretti, costato diversi milioni di euro ma che non soddisfa le richieste di perché provenienti dal mondo della cultura».
La storia di Nicola Trotta si conclude con la morte: distrutto da un cancro due anni dopo «questo arresto disumano». Racconta ancora la figlia Monica: «Mio padre era cosciente. Era in rianimazione, soffriva, ma si accorgeva di quello che stava succedendo. A un certo punto hanno preteso d’interrogarlo. Aveva un sondino in gola e non poteva parlare. Aveva un filo di voce, respirava a fatica».
Emblematiche appaiono quelle 9 pagine lasciate bianche dall’autrice: «Queste pagine avrebbero dovuto contenere la storia di Maria Teresa, apprezzatissima e battagliera sindacalista, che ha sofferto per l’emarginazione di un’intera classe politica. Maria Teresa è morta. Il figlio ci ha chiesto di togliere il capitolo».
Sulle difficoltà a produrre spettacoli in Italia, se non si è di sinistra, Squitieri è stato duro. «Vorrei girare un film sul processo Andreotti ma ci sono gruppi di commedianti che infieriscono sul mercato in tutte le specialità, dalla pubblicità agli sceneggiati, dal cinema al teatro. Ovunque.

Con una continuità e una puntualità impressionante». «Magistratura democratica è un partito politico. Sulla riforma della giustizia, il governo ha dovuto combattere non con l’opposizione ma con la casta dei giudici» ha detto Stefania Craxi.

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