L’Ama manda in pensione la plastica

Nell’Italia del miracolo economico, della Montecatini, la plastica faceva futuro. E comodità. Ricordate la Moplen e il noto Carosello 1961-67 con Gino Bramieri? In 40 anni le cose sono cambiate e di molto, ora la plastica fa più che altro inquinamento. Per questo le campagne per l’utilizzo della carta riciclata raccolgono curiosità e consensi. Ieri al mercato di via Cola di Rienzo, l’Ama ha presentato «Chi previene, ama», un’operazione che annuncia la graduale sostituzione delle buste di plastica in città. Presenti il sindaco Alemanno, l’assessore all’Ambiente De Lillo, i vertici di Ama Clarke e Panzironi e il presidente di Confcommercio Roma e Lazio Pambianchi.
L’Italia e la capitale sono però in ritardo sui tempi, Alemanno punta a dare una accelerata generale. Nell’attesa Ama distribuirà in via sperimentale oltre mezzo milione di sacchetti in carta riciclata in 22 postazioni (12 centri commerciali e 10 mercati rionali). «Bisogna superare la cattiva abitudine dei sacchetti di plastica in vista della fine di quest’anno - avverte Alemanno - quando saranno vietati in tutta Italia, sarebbe bello scongiurare il rischio che il Parlamento decida per altri rinvii, dunque non resta che educare i cittadini e gli operatori commerciali al giusto comportamento in modo che si possa passare ad altre misure e iniziative di legge per la riduzione dei rifiuti».
Tra i provvedimenti già adottati dall’amministrazione capitolina figurano le ordinanze che prevedono multe salate per chi sporca e getta i rifiuti in strada o pratica il volantinaggio. Tra l’altro i primi effetti delle nuove norme sono stati illustrati dall’assessore De Lillo: «Dall’8 al 28 febbraio sono state elevate 3433 sanzioni, per una media di 171 al giorno», spiega. E secondo dati diffusi dall’Ama a Roma sarebbe cresciuta la differenziata, attualmente attestata al 21 per cento, grazie alla maggiore diffusione del porta a porta, presto attivo anche a Vitinia, alla Città universitaria, a Cinecittà e a Cesano.
Commenta positivamente l’iniziativa di Ama Piergiorgio Benvenuti, coordinatore per il Lazio del Movimento ecologista europeo «Fare ambiente». «Comune e Ama hanno dichiarato guerra alle buste di plastica non riciclabile per sensibilizzare i cittadini all’uso di buste alternative. Noi di Fare Ambiente da oltre un anno ci stiamo attivando con campagne affinchè la sensibilità ambientale avesse un’accelerazione, come quella della diffusione nel territorio italiano degli shopper biodegradabili». «L’Italia - aggiunge - sembra però in ritardo rispetto al raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto, pertanto la nostra azione a tal riguardo è finalizzata a non attendere la normativa comunitaria che dapprima sarebbe dovuta andare in vigore in Italia il 1 gennaio del 2010, ma che poi di fatto è slittata al 2011». Benvenuti fa notare che nel nostro Paese si producono 300 mila tonnellate di buste di plastica all’anno, l’equivalente di 430 mila tonnellate di petrolio e di circa 200 mila tonnellate di co2 emesse in atmosfera. In Italia due milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno tra i rifiuti e sono consumati non meno di 4 miliardi di sacchetti.

«Uno spreco di risorse non rinnovabili - conclude - per produrre un oggetto che ha un tempo di vita brevissimo, ma che determina un inquinamento ingente. Basti pensare che lasciare un sacchetto di plastica sulla costa si degrada in 20 anni e si dissolve in 200».

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