L’amica di prigionia accusa: «Ingrid si inventa delle storie»

A due settimane dalla liberazione, rimangono molti misteri su cosa successe veramente nella giungla tra i rapitori e l’ostaggio franco-colombiano

da Madrid

Sulla figura di Ingrid Betancourt iniziano a spuntare i nei. Mentre a Parigi il mito della ex candidata alla presidenza Colombiana cresce senza sosta, alimentato da un'accoglienza mediatica e istituzionale senza precedenti, a Bogotà prende forma un ritratto più controverso dell'ex politica. Il pubblico colombiano, infatti, assiste attonito all’incrocio di critiche che Ingrid sta scambiando con la sua ex amica, compagna di politica e sequestro, Clara Rojas, e al freddo trattamento che ha riservato a suo marito Juan Carlos Lecompte.
«Inferno» è la parola che più utilizza Betancourt per ricordare la lunga prigionia: più di sei anni costellati di tanti punti oscuri che lei stessa non riesce a chiarire. Li ha messi in luce il giornalista della Cnn Larry King, che intervistandola sui presunti abusi sessuali si è sentito rispondere ermeticamnete: «ci sono cose che sono successe nella giungla e che lì devono restare». Un glissare più che legittimo su un tema intimo.
Meno giustificabile è apparso, però, un altro silenzio, che ha fatto andare su tutte le furie Clara Rojas, la compagna che non volle abbandonare Betancourt nel momento del sequestro. Ingrid ha detto di aver salvato la vita di Emmanuel - il figlio che Clara ebbe con un guerrigliero delle Farc - togliendolo dalle mani della madre, pronta a gettarlo in un fiume per la disperazione. Ma a Larry King, che le ha domandato se fosse vero, Ingrid risponde di nuovo con un no comment. «Non so da dove tiri fuori una cosa simile», è sbottata ai microfoni dell’argentina Radio 10, la ex candidata alla vicepresidenza assieme a Betancourt.
Clara, rilasciata dai guerriglieri lo scorso gennaio, aveva accolto l’amica all'aeroporto proprio con il piccolo Emmanuel, perché la compañera lo potesse vedere e riabbracciare. Un incontro tenero. A cui però è seguito l'intervento televisivo che ha spinto Rojas ad accusare l’amica di «avere due facce». «Ci sono cose di Ingrid che mi fanno paura, come l'incapacità di fissarsi dei limiti. Davanti ai media è una cosa, di persona è un'altra», dichiara Rojas, che oggi non voterebbe mai per lei.
Il ritorno di Ingrid alla libertà ha compromesso anche il rapporto con il marito Juan Carlos Lecompte, suo compagno da 13 anni. L’uomo, sposato alla franco-colombiana da 13 anni, è stato il primo ad arrivare in aeroporto il 2 luglio, ma Ingrid gli ha dedicato solo un freddo abbraccio per poi tornare a stringere la madre, con la quale è apparsa in tutte le foto. «Può essere che il suo amore per me sia finito nella selva», si rammarica ora Lecompte. Anche alla domanda su questa relazione Betancourt ha taciuto di fronte all'implacabile Larry King.
Fra le tante speculazioni che vedono la Betancourt ormai lanciata verso la campagna elettorale per le presidenziali spunta il parere degli esperti in rapimenti.

«Quando si torna dai sequestri c'è bisogno di almeno due o tre anni per poter dire di aver superato l'esperienza», assicura l'Ong País Libre. Clara Rojas sembra d'accordo e afferma: «Ingrid dev'essere ancora vicino al cielo e alle stelle. Passeranno mesi prima che torni sulla Terra».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica