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L’analisi Cia conferma: è la sua voce

Andrea Nativi

«È la voce di Bin Laden». La conferma arriva dalla Cia, che ha autenticato, dopo un’analisi tecnica scrupolosa, l’ultimo messaggio del capo di Al Qaida. In realtà per l’agenzia d’intelligence statunitense l’attività di verifica non è stata particolarmente difficile, perché dispone di innumerevoli supporti audio registrati con la voce del terrorista. Del resto la Nsa, per anni ha registrato le comunicazioni che Bin Laden effettuava con un telefono satellitare (fino al 1998) e ha quindi avuto modo di costruire un formidabile database, poi costantemente aggiornato con nuovi documenti sonori e video.
In pratica l’intelligence Usa ha una vera e propria «impronta vocale» di Bin Laden, che viene utilizzata per verificare se un messaggio è autentico o è invece contraffatto. Anche se le moderne tecniche di manipolazione sonora digitale consentono di «costruire» un discorso articolato estrapolando singole lettere e sillabe pronunciate in un diverso contesto, gli strumenti di cui dispone la comunità spionistica sono in grado di rilevare contraffazioni. E ovviamente neanche il più bravo degli imitatori è davvero in grado di riprodurre la voce di una persona in modo tale da superare lo scrutinio elettronico. Non solo, i sistemi di analisi verificano anche se la costruzione delle frasi, l’utilizzo di parole, locuzioni, accenti e inflessioni corrispondano a quelli del vero Bin Laden. E i sistemi tengono anche conto dell’«invecchiamento» del terrorista e delle sue corde vocali.
Chi segue serie televisive poliziesche come «Ris» o «Csi» sa che gli analizzatori vocali sono strumenti di lavoro comuni per le forze di polizia. Ma i sistemi di cui dispongono i servizi di sicurezza sono molto più sofisticati e costosi. E infatti la Cia, oltre a fornire l’identificazione su Bin Laden, avrà certamente «lavorato» la registrazione per scoprire qualche elemento prezioso: magari un rumore di fondo che possa consentire di ottenere un’idea anche vaga sul luogo, la data e le circostanze in cui lo sceicco del terrore ha parlato. Frammenti di informazione, combinati ad altri elementi, possono risultare decisivi. Altri analisti poi sono in grado di stabilire, con buona approssimazione, lo stato emotivo, la stanchezza e le condizioni di salute del terrorista. Per non parlare della presenza nel testo di eventuali messaggi codificati rivolti ai membri di Al Qaida.


I super ricercati del terrorismo internazionale sanno bene che ogni messaggio può comprometterne la latitanza e adottano mille precauzioni per rivelare il meno possibile o fornire indicazioni fuorvianti.

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