L’antitrust su Google, anche in Italia…

La FIEG denuncia che “Google News aggrega i contenuti giornalistici di una molteplicità di editori secondo criteri non pubblici regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale….”

L’antitrust su Google, anche in Italia…

La FIEG denuncia che “Google News aggrega i contenuti giornalistici di una molteplicità di editori secondo criteri non pubblici regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale….”

Ci siamo, anche in Italia, l’Antitrust ha messo  gli occhi su Google: Saranno stati i 13 milioni di euro ricavati dal Motore nel 2007 nella sola Italia grazie all’intermediazione pubblicitaria online, o le fortissime pressioni della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) fatto sta che a Google Italy S.r.l. facente ovviamente capo alla multinazionale GOOGLE INC. e’ stato esposto un comunicato accusatorio:

* “FIEG denuncia che Google News aggrega i contenuti giornalistici di una molteplicità di editori secondo criteri non pubblici regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale…. La mancanza di trasparenza, secondo FIEG, procura danni agli editori che competono con Google nel mercato della raccolta pubblicitaria on-line.”

* “L’editore di un sito di news non avrebbe la possibilità di controllare quali dei propri contenuti possano essere indicizzati e resi accessibili tramite Google News”


Questi i punti salienti che vengono “contestati”, e’ possibile leggere tutto il contenuto del comunicato dell’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato in questo pdf.

Ovviamente la replica ufficiale, per voce di Josh Cohen (business product manager di Google News) non si e’ fatta certo attendere:

“Chi fornisce notizie, analogamente a qualsiasi altro editore online, ha il pieno controllo sul fatto di rendere visibili i propri contenuti attraverso i servizi di Google. Quindi, se un editore non vuole essere trovato su Google.com o su Google.it o su un altro motore di ricerca, può evitare l'indicizzazione automatica utilizzando uno standard universalmente accettato, chiamato robot.txt. Gli editori hanno anche una serie di altre modalità per controllare come i loro contenuti appaiono (o non appaiono). Una di queste opzioni è per esempio quella di continuare a comparire nei risultati di ricerca di Google senza comparire su Google News”

La riposta completa e tradotta la si puo’ leggere qui.

Dopo gli Usa, anche in Italia si cerca di minare l’oggettivo dominio di Google. Non e’ quindi molto chiaro quale sia il reale interesse da parte degli editori, se non quello di alzare un polverone decisamente fine a se stesso.

Probabilmente se i vari competitors italiani e non, occupassero le loro risorse per disegnare servizi innovativi e migliori, anziché fare esposti di questo tipo, otterrebbero maggiori risultati a tutto beneficio di noi navigatori, garantendoci una reale pluralità di servizi e di scelta.



Ancora una volta si cerca di attaccare un servizio privato e libero che ha come scopo  dichiarato quello di lucrare e di offrire un servizio di valore e forse proprio il fatto che riescano a meraviglia nel loro intento e’ cio’ che da piu’ fastidio a qualcuno.

Gianluca Baggi – Direttore generale eFiori.com

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