L’appello dei Riformatori: al centrodestra serve un’anima liberale

Della Vedova: alla Chiesa non vanno subappaltati i temi etici, all’Unione non dobbiamo regalare quelli dell’innovazione sociale

Adalberto Signore

da Roma

Un manifesto per dare «un’anima liberale al centrodestra», con l’obiettivo di aprire «un dibattito costruttivo» su temi «eticamente sensibili» per i quali la Casa delle libertà - e Forza Italia in particolare - rischia di restare appiattita sulle posizioni «monolitiche» della Chiesa. Con nessun intento anticlericale, ma con la speranza di avviare «un processo di crescita della coalizione di centrodestra sul fronte dell’innovazione sociale». Ripartono da qui i Riformatori liberali di Benedetto Della Vedova, riunitisi ieri all’Hotel Nazionale di Roma con l’obiettivo di sollecitare una riflessione sul futuro del centrodestra in chiave liberale e liberista. Perché, spiega Della Vedova, «se da una parte Forza Italia vuole continuare a essere rappresentativa sui temi delle libertà economiche, dall’altra non può rischiare di essere completamente assente dal dibattito sui temi dell’innovazione sociale subappaltandoli completamente alla Chiesa». Insomma, «nelle grandi democrazie occidentali il centrodestra non rinuncia a elaborare delle posizioni autonome anche su questioni prettamente etiche ed è questo che dobbiamo riuscire a fare anche in Italia». Il leader di Rl, dunque, propone una sorta di «terza via». «Penso ai Pacs», spiega Della Vedova, per i quali non c’è solo la posizione del centrosinitra o quella del Vaticano ma «è anche possibile seguire una via alternativa liberale e liberista». A oggi, invece, «il rischio è quello di lasciare al centrosinistra il monopolio dell’azione politica sui temi dell’innovazione sociale».
Il manifesto dei Riformatori liberali, però, è anche un appello a Silvio Berlusconi, «chiamato a dire se Forza Italia che verrà avrà anche un’anima libertaria». Il destino di Rl, dice Della Vedova, «è legato anche alle decisioni che verranno prese» dal Cavaliere. Perché quello che oggi «è un danno politico», domani rischia di diventare «un danno elettorale». D’altra parte, spiega il portavoce dei Riformatori liberali Marco Taradash, lo stesso Sandro Bondi ha riconosciuto che «il centrodestra ha perso non per poche migliaia di voti ma per aver rinunciato a due milioni di voti di area liberale», che nella scorsa legislatura è stata del tutto «insabbiata».
Ed è proprio il coordinatore di Forza Italia a salutare con favore il manifesto di Rl. «Rappresenta - dice Bondi - uno stimolo politico e culturale a riflettere senza preconcetti sul futuro della nostra coalizione, uno stimolo che Forza Italia intende raccogliere». Perché «se è vero che la maggioranza dei nostri eletti si ritrova nell’insegnamento della Chiesa, è chiaro che in prospettiva occorre aprire al nostro interno un confronto leale anche con posizioni che più accentuano il dato della libertà e della responsabilità individuale».

Non a caso, aggiunge, «fino ad oggi l’atteggiamento del nostro partito è sempre stato quello della libertà di coscienza». Parole, quelle di Bondi, che vengono raccolte da Della Vedova come un «segnale particolarmente importante».

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