da Milano
«Come potrebbe la politica prescindere da temi che coinvolgono a fondo ciascuno di noi?». Roberto Formigoni, cattolico più che praticante e tra i fondatori del Movimento popolare, da presidente della Regione Lombardia ha fatto incursione senza timori in questioni incandescenti come laborto, la pillola Ru486, la famiglia. Per lui parlare di valori non è solo un diritto: «Attorno ai temi etici si muovono grandi ideali, grandi passioni, grandi culture. È giusto che la politica se ne occupi».
Sembra che Berlusconi e Veltroni preferiscano lasciare fuori dalla campagna elettorale i temi che toccano la libertà di coscienza.
«Non credo che sia questa la posizione di Berlusconi. Lui ha solo detto che non ritiene opportuna la lista per la moratoria di Giuliano Ferrara. E poi che cosa sono i temi etici? Alcuni dei temi di fondo sui quali ogni uomo e ogni donna si interroga continuamente nella propria vita. Il tema vero è come trattarli, perché la politica deve essere rispettosa del grado di discrezione della persona ma non può prescindere dal trattare tutti i temi che hanno a che fare con la vita organizzata».
Ferrara lha invitata a candidarsi nella lista «Aborto? No grazie». Perché non ha accettato?
«La penso esattamente come Ferrara sullaborto. Mi sono schierato a favore della moratoria, posta come grande questione mondiale, ma non ho condiviso lidea di fare una lista perché non mi sembra lo strumento più adeguato per ottenere la moratoria».
Crede che la legge 194 debba essere modificata?
«La moratoria non ha come obiettivo di modificare la legge 194, che pure ha trentanni. In questi trentanni il mondo è cambiato più volte e si dovrebbe poter discutere liberamente anche di cambiare una legge che ha trentanni. Ma ripeto: lobiettivo non è cambiare la 194».
Per un lungo periodo la politica si è occupata di tuttaltro. Che cosa succede?
«Succede che questi temi tornano a fare irruzione. Obama e McCain dedicano lunghi minuti dei loro discorsi alla religione, alla felicità, al senso della vita. Lo stesso è accaduto in Francia con Sarkozy e in Germania con la Merkel. Questi temi, allontanati dalla politica, stanno tornando alla ribalta prepotentemente perché appassionano gli elettori e luomo politico è chiamato a occuparsene. È la rivincita di quel che si era pensato di espellere dalla vita politica».
Non è pericoloso pensare che la politica debba occuparsi delletica e della felicità?
«Il fine della vita è la ricerca della felicità. La politica ha il compito un po più modesto ma importante di garantire a ogni uomo la libertà e quindi anche la libertà di cercare la felicità secondo le sue convinzioni e la sua cultura».
Si accusa spesso la Chiesa di ingerenza. Lultimo caso è la critica al film «Caos calmo».
«Non ho visto il film e non posso esprimere un giudizio, ma che la Chiesa possa parlare come chiunque di qualunque tema mi sembra il minimo. Siamo o non siamo in una società democratica? Tutti hanno il diritto di esporre le proprie opinioni e se sono convincenti troveranno consenso, altrimenti no. La Chiesa rivendica per sé il diritto che è garantito a ogni persona. Espone i propri ideali che possono essere accolti o non accolti».
Letica è di destra o di sinistra? Oppure sui grandi temi è preferibile un dialogo trasversale?
«Letica non è di destra né di sinistra, ma cè una sensibilità maggiore del centrodestra su questi temi che sono la difesa della vita, della persona, della famiglia, il garantire a tutti lopportunità di essere arbitri del proprio destino. Io stesso ho scelto di fare politica nel centrodestra perché sapevo che questi temi sono prioritari. Nella Casa delle libertà queste idee sono sempre state condivise. In Lombardia siamo stati i primi a emanare direttive con limiti per laborto terapeutico, diamo una mano concreta alle donne con gli aiuti economici ai centri di aiuto alla vita. E abbiamo riconosciuto il diritto alla sepoltura dei feti: su richiesta dei genitori, i bimbi abortiti possono essere sepolti.
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