L’arredo urbano è «ostaggio» del mercato rionale?

H a ragione Antonello Mosca: via Morgagni è un bell'esempio di sistemazione di una importante strada della città. Un lavoro basato su corrette scelte estetiche, di arredo urbano e di sviluppo del verde; con spazi e strutture per gli abitanti più esigenti del quartiere: bambini e anziani. Giardini alberati, vialetti, panchine, campi giochi, campi da bocce... insomma, una bella operazione urbanistica nel senso più completo del termine. Ma basta spostarsi di poche decine di metri per avere a disposizione un clamoroso esempio di segno opposto: trascuratezza, sciatteria, pertinace disinteresse alle domande dei cittadini. Se date un'occhiata a una pianta della zona notate che, secondo il razionale e ortogonale disegno urbanistico del primo Novecento, esattamente simmetrica a via Morgagni rispetto all'asse di corso Buenos Aires è la via Benedetto Marcello. Ma il decoro non è altrettanto simmetrico. Discretamente sistemata solo da via San Gregorio a via Vitruvio, per il restante tratto fino a via Petrella, via Benedetto Marcello, sede bisettimanale di un decaduto mercato rionale, è sciatteria, abbandono e degrado. La lobby degli ambulanti - il cui potere di veto è francamente inspiegabile - ne impedisce di fatto la sistemazione. La copertura dell'autosilo realizzato sotto l'ultimo segmento, da via Scarlatti a via Petrella, attende vanamente, ridotta a discarica, la promessa sistemazione a campo giochi.

Attesa che si protrae da quasi tre anni, come ricorda al Comune un contagiorni installato dai cittadini. Perché, dunque, via Morgagni sì e via Benedetto Marcello no? Perché lì non c'è il mercato? Non voglio credere che i diritti degli abitanti e dei bambini della zona valgano meno di qualche bancarella.

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