L’azienda del gas sotto la lente del Comune

I vertici di A2A: «Siamo sereni». Ma il sindaco chiede notizie su pagamenti sbagliati e risarcimenti

Il sindaco vuole vederci chiaro. Ieri Letizia Moratti ha incontrato a Palazzo Marino il presidente di A2A, Giuliano Zuccoli, per avere delucidazioni sulla vicenda delle presunte «bollette gonfiate». Nei giorni scorsi infatti la procura di Milano ha chiuso le indagini su un’ipotesi di truffa per bollette del gas gonfiate da contatori malfunzionanti, per cui sono indagati i vertici dell’azienda municipalizzata Aem, tra cui lo stesso Zuccoli.
«Ho chiesto una riunione su questo tema - ha riferito ieri la Moratti - che ovviamente è di grande importanza per i cittadini milanesi. Ho chiesto ad A2A di fornirmi tutte le notizie per capire se ci sono stati dei pagamenti sbagliati e come la società intenda ripagarli».
Secondo quanto emerge dalle indagini, grazie a contatori vecchi che erogavano fino al 15% in più dei consumi reali, «una consistente parte della clientela di Milano e provincia» - si parla di circa 390mila milanesi - ha pagato per anni in media il 6% in più del dovuto. L’azienda continua a respingere le accuse. «Tutto è sotto controllo - afferma Zuccoli - stiamo attendendo i prossimi passi della Procura. La società ha fatto quello che doveva fare ed è serena, confermo la fiducia nei miei collaboratori su quello che hanno fatto finora». Sull’ipotesi di risarcimenti, assicura che «ci sono le regole del gioco e noi le seguiremo».
Tutti i contatori installati a Milano, riferisce l’azienda, sono omologati e di primari costruttori attivi sia sul territorio italiano che europeo, acquistati nel tempo attraverso bandi di gara a evidenza pubblica». Qualsiasi caso di malfunzionamento «può essere verificato, ogni cliente che avesse il sospetto può chiedere la verifica e in caso di accertato guasto la sostituzione è gratuita». In questi casi, «viene fatta la ricostruzione dei consumi e il relativo conguaglio». Va detto che attualmente quasi la metà dei contatori del gas in città - 388mila su 888mila - risale a prima del 1990.

Aem ne sostituisce circa 30mila all’anno, e abitualmente riceve un paio di richieste di verifica al mese da parte di cittadini che sospettano un malfunzionamento del proprio impianto. Nel caso venga appurato che nulla è fuori norma, il cliente deve pagare tra i 5 e 40 euro.

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