Silvio Mencacci (Roma)
Concordo, caro Mencacci. Anche perché l'ecologismo ha il volto flaccido, bolso e tutto sommato rassicurante di Al Gore mentre il pacifismo aveva quello dispeptico del Che Guevara, che rassicurante non era certo. I militanti ecologisti al massimo non tirano lo sciacquone (Fulco Pratesi docet), quelli pacifisti mettevano a ferro e fuoco le città. Certo, dovremo per un po' sopportare la menata delle diete «no carb», della «impronta ecologica», di Terra Madre afflitta per il calo demografico del Pelobate fuscus o d'altro ranocchio o lepidottero, ma sempre meglio delle sparate di Gino Strada e delle lagne delle due Simone. I fondo l'ecologismo è faccenda puramente epidermica: una grattatina e passa. Però non creda, caro Mencacci, che in veste di reo Silvio Berlusconi ne sia fuori. L'Italia non sarebbe quella che è se almeno uno dei suoi illustri figli non tirasse in ballo il Cavaliere addebitandogli nefandissime colpe di lesa ecologia.
Trattasi di Curzio Maltese, una delle penne più sfolgoranti di Repubblica (e di quale altro quotidiano, sennò?). Scrive, il Maltese, che ogni 365 giorni muoiono prematuramente 100mila italiani «per cause ambientali». Uno sterminio che si spiega col fatto, scrive sempre il Nostro, che «negli ultimi anni si è abbattuta sul Belpaese un'autentica catastrofe ecologica». Precisando poi che a tal proposito, a proposito cioè della catastrofe ecologica, «gli anni dei governi Berlusconi sono stati i peggiori, con i condoni che hanno incoraggiato l'abusivismo e la colata di cemento». E siccome anche per Maltese due più due fanno quattro, non si scappa: l'ecologicamente scorretto Silvio Berlusconi è il massimo responsabile della sopra accennata ecatombe.
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