Tv oscurate, censura, bavaglio ai giornalisti, libertà di stampa a rischio. E un premier coinvolto in una storia di corruzione che invita (con successo) leditore amico a «spegnere» lunica trasmissione che ne parla alla vigilia delle elezioni. Non è la trama di un film americano ma la sceneggiatura dellultimo scandalo politico che da settimane lacera il Portogallo. Stranamente però in Italia non si indigna nessuno, a partire da Repubblica. Perché? Nessuno dei grandi giornali italiani «liberi» ha il coraggio di scrivere che il presidente del Consiglio nel mirino è il socialista José Socrates, che si presenta per un secondo mandato alle prossime elezioni politiche del 27 settembre ma che secondo i sondaggi è inchiodato al 36%. E che leditore è Jesús de Polanco, dichiarate simpatie «di sinistra», amico personale del premier spagnolo José Luis Zapatero e proprietario del gruppo Prisa, che edita il quotidiano spagnolo El País, il capofila dei giornali stranieri perennemente indignati con Berlusconi.
Un cocktail che avvelenerebbe i sogni dei maestri del giornalismo viene bellamente taciuto, oscurato. Silenziato. Nemmeno uno straccio di appello, un intellettuale democratico che si lamenti, un Saviano o un Dario Fo. Dal banchetto al bianchetto. Zitto anche Antonio Tabucchi, il creatore del giornalista Pereira che combatte contro la censura fascista di Salazar nel Portogallo degli anni Trenta.
Daltronde quella era finzione, oggi è tutto vero: cè una giornalista, Manuela Moura Guedes, che sul network Tvi conduce la trasmissione giornalistica Journal Nacional. Dallinizio dellanno il ritornello è sempre lo stesso: una presunta corruzione del premier nel 2002, quando da ministro dellAmbiente autorizzò la costruzione di un centro commerciale ad Alcochete, vicino Lisbona, ad opera della società britannica Freeport.
Lo scorso gennaio, quando il caso inizia a «montare», il premier va in tv minacciando sfracelli contro la trasmissione: «È una storia vecchia tirata fuori ad arte in vista delle elezioni». È solo il primo di una serie di intimidazioni alla giornalista e al Journal, definito «un telegiornale travestito che pratica lodio, la persecuzione personale e la caccia alluomo».
La settimana scorsa la svolta. È il 3 settembre quando leditore annuncia la «sospensione» del Journal Nacional, che avrebbe dovuto riprendere dopo la pausa estiva proprio con una puntata speciale sul caso Freeport. La direzione della testata si dimette in blocco per protesta. Socrates, dopo aver tirato un sospiro di sollievo si difende: «È una decisione di esclusiva responsabilità dellamministrazione dellazienda. Né io, né il partito socialista e nemmeno il governo abbiamo a che fare con questa decisione. È per questo che trovo assolutamente ingiuste per non dire peggio tutte le accuse su una qualunque influenza da parte del governo o del partito socialista». Il parlamento e gli intellettuali portoghesi si sono subito schierati, le opposizioni (anche quelle di estrema sinistra) hanno sottoscritto un appello contro la censura, disertato dal partito di Socrates. Ma dai nostri solerti intellettuali nulla...
Il legame tra il gruppo Prisa, proprietario di Tvi, ed il premier spagnolo Zapatero, è arcinoto. Jesús de Polanco, leditore di Prisa, è un bel personaggino. Qualche tempo fa, rispondendo alla domanda di un azionista, disse: «Il mio gruppo cerca di essere neutrale, ma è difficile condividere lazione politica dei Popolari spagnoli. Se da noi ci fosse un partito di destra moderno, laico, con la voglia di conservare quello che cè da conservare e trasformare quello che cè da trasformare, lo appoggeremmo. È quello che ci manca. Già abbiamo un partito di sinistra assolutamente democratico, che funziona. Avrà avuto successi ed errori.
felice.manti@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.