L’Eni multata per 132 milioni

da Milano

Maximulta dell’Antitrust Ue per Eni e altre cinque aziende, colpevoli di avere costituito un «cartello» del caucciù tra il 1993 e il 2002. In tutto la sanzione ammonta a 243,2 milioni di euro, ma l’Eni paga il conto più salato: 132,1 milioni.
Il gruppo italiano ha subito un aumento del 60% dell’ammenda. spiega la Commissione Europea, perchè è già stato multato in precedenza per un analogo comportamento. La società intende presentare ricorso.
Analoga sorte avrebbe dovuto subire Bayer, che invece non solo non sarà soggetta alla maggiorazione dell’ammenda ma addirittura non pagherà nulla, spiega ancora la commissione europea, in base alla regola che conferisce piena immunità all’azienda che rivela per prima il «cartello».
L’indagine della commissione è cominciata tra marzo e luglio 2003 con ispezioni a sorpresa organizzate in seguito a una richiesta di immunità presentata appunto dalla Bayer: le altre aziende coinvolte sono Denka, DuPoint, Dow, Eni e Tosoh.

L’accusa è di aver fissato prezzi e concordato la ripartizione dei mercati nel settore di alcuni tipi di gomme sintetiche utilizzate anche nella produzione di pneumatici.
Dal canto suo, l’Eni ricorda di avere introdotto, con la nuova gestione Scaroni, un programma interno di sensibilizzazione sull’argomento, denominato appunto «antitrust compliance».

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