L’esecutivo punta al record: subito manovra e finanziaria

Non è mai accaduto prima dell’estate. Accolti i rilievi del Quirinale, il decreto sarà modificato

da Roma

Il governo sarebbe orientato a modificare il decreto legge sulla manovra, così come chiesto dal Quirinale. Vale a dire, che nel provvedimento verrebbero ristretti (forse solo per un anno) quegli interventi che - nel testo originale - consentivano ai responsabili dei dicasteri forme di elasticità nella gestione delle risorse all’interno delle diverse missioni di spesa.
La modifica al testo oggi in discussione al Senato arriverà, con ogni probabilità, sotto forma di un emendamento all’art. 60 del decreto sulla manovra. A questo risultato si è giunti dopo un confronto fra gli uffici tecnici del Quirinale con quelli dell’Economia e di Palazzo Madama.
La scelta del governo di rispondere in chiave collaborativa alle richieste della presidenza della Repubblica comporta una terza lettura (alla Camera) del decreto. Provvedimento che domani dovrebbe approdare nell’aula del Senato. E proprio per domani è prevista una conferenza dei capigruppo per calendarizzare il testo, che dovrebbe essere votato dall’assemblea venerdì prossimo. A quel punto, la manovra tornerà alla Camera. Il cui voto definitivo sarebbe in programma tra lunedì e martedì prossimi, 4 o 5 agosto: da un punto di vista tecnico, il provvedimento decade il 24 agosto. L’assemblea di Montecitorio, quindi, dovrebbe rimandare la chiusura di 4-5 giorni: al momento i lavori dovrebbero chiudersi l’1 agosto.
Ma una volta completato l’iter legislativo del decreto sulla manovra, cioè una volta che gli interventi finanziari per il prossimo triennio sono legge, la tentazione del governo sarebbe quella di anticipare anche la legge finanziaria propriamente detta. Che, a questo punto, sarebbe composta da un unico articolo (quello che indica il saldo netto da finanziare), seguito dalle tabelle che tradizionalmente accompagnano la Finanziaria. Non di più, visto che le norme sulla manovra - triennale - sono già contenute nel decreto legge appena votato in terza lettura.
In quell’unico articolo verrebbero confermate per intero le agevolazioni fiscali finora concesse (agricoltori, pescatori, trasportatori); e recuperate le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici: anche se queste sarà possibile individuarle solo nelle tabelle allegate.
Non verrebbe presentato, invece, il Bilancio dello Stato e la Relazione previsionale e programmatica. Per questi ultimi due documenti (che solitamente compongono il tris d’interventi della manovra) verrebbe rispettata la data entro il 30 settembre. Seppure, il 24 luglio scorso, la Ragioneria generale dello Stato ha inviato una circolare a tutti i ministeri, invitandoli a fornire entro il 5 settembre tutte le proposte per i rispettivi bilanci. Segno inequivocabile che il ministero dell’Economia è intenzionato ad anticipare (oltre alla manovra e alla legge finanziaria propriamente detta) anche la legge di Bilancio.
Sarebbe la prima volta che il Consiglio dei ministri riesce ad approvare manovra e legge finanziaria prima della pausa estiva. Che verrebbe comunque calendarizzata in Parlamento ai primi di settembre.


Una soluzione quella individuata, che libererebbe il campo della discussione politica e parlamentare della ripresa autunnale alle riforme istituzionali anticipate da Silvio Berlusconi. Vale a dire, riforma federalista, della giustizia, della legge elettorale.

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