Roma - Viene salutata con un lungo applauso la «prima» di Angelino Alfano davanti al gruppo parlamentare del Pdl alla Camera. Una presentazione delle credenziali da parte del neo-segretario che si sviluppa attraverso una analisi delle urgenze che si profilano all’orizzonte ma anche con un invito alla fiducia sul rilancio dell’azione del partito.
«I sondaggi ci dicono che siamo alla pari con il Pd, abbiamo venti mesi per recuperare chi non ci ha votato» dice il dirigente siciliano alla platea dei deputati. «Una vittoria nel 2013 è possibile ma occorre ricominciare dai valori e dalle idee, recuperando la militanza e l’organizzazione del partito sul territorio, senza dimenticare l’attuazione del programma di governo». L’obiettivo è «rilanciare il Pdl». E per questo «dobbiamo essere presenti e organizzati sul territorio così da evitare che eventuali tensioni territoriali possano ripercuotersi a livello nazionale». Una missione da perseguire portando maggiore democrazia nel Pdl e consolidando il rapporto con il governo.
La volontà di portare alcune correzioni alla rotta percorsa finora non significa, però, alleggerire le responsabilità che gravano sui parlamentari. Per questo Alfano, insieme a Fabrizio Cicchitto nel primo faccia a faccia con il gruppo parlamentare, lancia un’operazione di moral suasion tesa a «suggerire» ai deputati una maggiore presenza in aula. Lo fa citando le sofferenze patite la settimana scorsa con l’inattesa débâcle sulla legge Comunitaria. Una sconfitta figlia del «generale estate» e di assenze ben distribuite tra le fila del Pdl e dei Responsabili che ha lasciato il segno e ha spinto i vertici del gruppo, Cicchitto in primis, a lanciare un messaggio forte rispetto a una pratica non più tollerabile. «Dobbiamo assicurare presenza costante e compatta in aula anche, se necessario, fino ad agosto inoltrato». È questa la linea dettata al gruppo. «Dobbiamo essere pronti a dare battaglia in aula anche perché i tempi della Camera della manovra potrebbero allungarsi oltre il previsto».
L’appello a serrare i ranghi è, ovviamente, legato anche agli altri test parlamentari che attraverseranno questo mese di luglio. In ballo c’è il testamento biologico, il decreto rifiuti, il decreto immigrazione e il voto sull’autorizzazione all’arresto per Alfonso Papa. Per il parlamentare coinvolto nell’inchiesta P4 la linea è quella di attendere le dichiarazioni che Papa pronuncerà oggi in giunta per le autorizzazioni della Camera. Sia Cicchitto che il relatore Francesco Paolo Sisto e Maurizio Paniz sono concordi sulla necessità di ribadire il principio del garantismo, così come lo è Alfano. Per illustrare questa posizione sono state anche mostrate alcune slides delle immagini scattate a Papa fuori dalla Camera, proprio per far capire che non si tratta di difendere il singolo parlamentare ma le garanzie di ogni membro delle Camere. Alfano ha anche toccato la questione della cosiddetta norma salva Fininvest che pur essendo «sacrosanta in linea di principio» «è stata strumentalizzata perché riguardava Berlusconi». «Se non avesse riguardato il premier sarebbe stata giudicata diversamente perché è di buon senso. Parliamoci chiaro: se su una barca ci fosse il premier probabilmente sospenderebbero i soccorsi. E se scoprissero che la penicillina fa bene anche a Berlusconi, non la userebbero più».
L’ultimo pensiero è rivolto a una legge estremamente sensibile dal punto di vista politico che il Parlamento si appresta a discutere questa settimana: quella sul testamento biologico. Un provvedimento destinato a portare allo scoperto la distanza che separa l’Udc dal centrosinistra. E proprio sul terreno del riavvicinamento con i centristi che si giocherà parte del successo della segreteria Alfano. Un obiettivo non facile per il quale già nel fine settimana a Mirabello si farà una riflessione comune.
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