L’Eurolega vuol diventare una piccola Nba

A Varese i toscani scivolano sulle trappole di Magnano e perdono l’imbattibilità. A Bologna smascherate le carenze dei veneti

La fotografia dell’Armani sul maxischermo di San Siro per ricordarci, nella notte della Juventus, che Milano torna in Europa anche nel basket. Sesta edizione dell’Eurolega gestita dall’Uleb, l’organizzazione che potrebbe anche far diventare acqua fresca i campionati nazionali pieni di barriere che sembrano anacronistiche, anticipando proprio il calcio con un torneo continentale, modello americano, modello Nba.
Dal prossimo anno per entrarci non basteranno più i titoli sportivi, ma - almeno per questa stagione - si correrà in base ai risultati e il desiderio sarebbe di ritrovare nelle finali di aprile almeno una delle italiane mandate nell’arena: la Climamio Bologna con il suo scudetto, il Montepaschi Siena che ha una bella storia a livello internazionale, la Benetton Treviso che sembra la società con le finestre più grandi sul mondo oltre il Sile, l’Armani Jeans Milano che torna nel più importante torneo per club dopo un assenza di anni (1997), colpo definitivo sulla Virtus di Bucci, uscita dal gioco contro l’Olimpia Lubiana di Mago Sagadin.
L’anno scorso volevamo essere ancora volpi, ma poi l’uva si è rivelata acerba e, per la prima volta, in un torneo con un successo di Virtus Bologna, Panathinaikos Atene e Barcellona, due volte del Maccabi, ci siamo trovati senza finaliste. La scusa pronta era forse anche vera: gli altri hanno più soldi e prendono i migliori. Una prova evidente è stata l’ultima estate perché fra le favorite di quest’anno, oltre al Maccabi, troviamo proprio il Barcellona che ci ha preso Basile e Marconato, oltre a qualche straniero d’oro, il Cska Mosca che sulla panchina ha voluto addirittura Ettore Messina, un numero uno che dolorosamente ci siamo fatti strappare, insieme a Smodis. Poi corrono per il titolo il Panathinaikos Atene, il Taugres Vitoria e a sbarrare la strada alle italiane ci saranno altre spagnole, come il Real Madrid.
Per le italiane il viaggio si inizia domani quando la Fortitudo-cantiere proverà la nuova consistenza dei principi di Basconia, il Taugres, che ha sempre una cornice di 9000 spettatori, oltre a una bella squadra pur avendo mandato nell’Nba l’argentino Scola; mentre il Montepaschi, ridisegnato da Carlo Recalcati e Minucci, andrà proprio a Mosca a trovare Messina che nell’ultimo turno di campionato se l’è cavata dopo aver sentito ancora la paura.
Il giorno dopo lascerà al Benetton, contro il Bamberg, la possibilità di togliere il cerchio dalla testa dopo la sconfitta contro i campioni a Bologna nel mezzogiorno domenicale. Chiude il discorso l’Armani dell’esordiente Lino Lardo che richiama al Forum la grande folla per il faccia a faccia con l’Efes Pilsen di Oktai Mahmuti, dove ci saranno tanti nazionali turchi e Antonio Granger, un ostacolo alto, squadra di grande tradizione. Ritorno nel giro che conta, con tutte le paure del caso anche se Bulleri e Galanda, i nuovi acquisti, sanno bene quanto sia duro il pane dell’Eurolega, anche se c’è nel gruppo, cominciando da Joseph Blair e Dante Calabria, quell’entusiasmo che prende i buoni giocatori quando il teatro diventa più importante.

Milano in un girone dove, oltre ai turchi, troverà i campioni del Maccabi e il Barcellona, dove c’è l’incognita Lietuvos Rytas passato nelle mani di Bucaneve Spahjia che l’anno scorso fece una grande stagione a Roseto e che all’europeo ha eliminato proprio l’Italia con la sua Croazia. Poi ci sarà l’Olimpyakos del lituano Kaslaukas con le vecchie conoscenze Tyus Edney, Rancik e Aurelio Zukauskas. Restare fra queste: sognare uno dei primi cinque posti che valgono il passaggio alla seconda fase.

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