Una lapide per Carlo Falvella. Salernitano, aveva 20 anni, era un bravo studente universitario, era mite, quasi cieco. La sua vita finì la sera di 38 anni fa: era il 7 luglio del 72. L'assassino, lanarchico Giovanni Marini, lo uccise con una coltellata al cuore. La colpa di Carlo? Era un militante del Movimento sociale. Un «fascista» per lomicida, un nemico da eliminare ad ogni costo. Lomicidio di Carlo Falvella inaugurò la lunga e sanguinosa stagione degli anni di «piombo». Seguì una scia lunga oltre 10 anni, che provocò una quarantina di morti, soprattutto a destra. Salerno mercoledì ha riparato a un silenzio durato decenni, con un monumento, voluto dal sindaco, non un esponente del centrodestra ma un ex comunista, Enzo De Luca.
«Affinché la passione politica non degeneri mai nella violenza» è liscrizione sulla lapide di marmo allestita in via Velia, dove Falvella fu assassinato. De Luca ha voluto lanciare un segnale con il suo gesto: mettere fine una volta e per tutte agli odi nella politica.Lex comunista che celebra lex msi
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