A fare la parte dei cattivi, loro, non ci stanno. E no, perché se cè qualcuno che «doveva fare qualcosa e non lha fatto non siamo noi». Largomento è lex Vittorino da Feltre, oggi Bernini, scuola ceduta in un solo giorno dai padri Barbabiti alla società Italscuole che lha rilevata cercando di mantenere il più possibile tutto comera. Stesso personale (25 «recuperati» tra docenti e non docenti, tre rimasti fuori «perché non sapevamo proprio dove collocarli»), molti alunni in meno. «A causa della bagarre di questestate - spiega Guido Paolo Ancona, consigliere con delega di Italscuole, che ha gestito lacquisizione - abbiamo inizialmente avuto soltanto poco più di una ventina di iscrizioni tra elementari e medie. Poi molti genitori, rimasti spaesati dal fatto di non avere avuto notizie del cambiamento, sono tornati e adesso contiamo sessanta iscritti, ma è già un tam tam e comunque, anche se abbiamo formato classi piccole andiamo avanti». Se il Vittorino da Feltre non cè più perché i padri Barnabiti si sono portati via il nome e hanno smantellato la piccola cappella, cè il Bernini. E non è poco. Perché oggi, spiega Ancona, la scommessa della scuola parificata si gioca sulla qualità e non sul diplomificio. «Oggi il 99 per cento dei liceali sono promossi nelle scuole di pertinenza - spiega Ancona, che è nel mondo della scuola dagli anni Settanta -. Qualcuno mi spieghi perché pagare per avere quello che la scuola pubblica statale già dà, ovvero il diploma. Semmai ha un senso credere nel progetto educativo, e i nostri ragazzi e le loro famiglie lo sanno bene».
Completa ristrutturazione e in due anni lex Vittorino diventerà la scuola più moderna del nord Italia. Perché lordine va mantenuto anche fuori, come avviene al Bernini «dove tutto è a norma anche la qualità dellaria». E poi il progetto di avere oltre ai due corsi di liceo scientifico e uno di liceo classico anche il corso superiore di liceo linguistico europeo. «Tra due anni, due anni di lacrime e sangue», dice Ancona non certo spaventato dalle sfide. «Io dico da anni che la scuola è un mercato - continua - nel senso che ci sono domanda e offerta. E oggi la sfida può essere solo quella della qualità». Quella che è stata dimostrata dal Bernini che ha riconvogliato famiglie che sembravano aver preso la tangente.
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