Lorenzo Amuso
da Londra
Orgoglio secolare di una nazione. Il segno inconfondibile di un popolo. Indispensabile nellaccompagnare anche i momenti più difficili della sua gloriosa storia. Dispensando sollievo, conforto, speranza. Una carezza allanima. O, per dirla con Sir Peter Ustinov, «la musica più civilizzata del mondo». Ma ora quella che sembrava essere la sua fonte inesauribile di ispirazione pare essersi definitivamente prosciugata. E ai suoi affezionati adepti non resta che recitare un accorato de profundis.
Il british humour è morto, viva il british humour. Le caustiche freddure hanno lasciato il campo ad una trivialità volgare non meno che scontata. Figlia dei tempi. Lannuncio è giunto dalle pagine del tabloid britannico Daily Mail, che ha aperto il dibattito. Sopravvissuta a guerre, povertà e tragedie umane, la proverbiale ironia britannica è capitolata di fronte alla political correctness. Una caratteristica trasversale che univa i sudditi di Sua Maestà. Un vanto ostentato soprattutto alla faccia di chi - come i tedeschi, per decenni sbertucciati per laustera compostezza - sono stati sempre ritenuti sprovvisti di quella pronta arguzia, necessaria per rispondere a tono o risolvere una discussione con una battuta. «È un tipo divertente», è stato sempre un complimento apprezzato dai britannici. Il riconoscimento di unabilità, quella di saper scherzare, sottolineando il lato comico della vita per evitare i fanatismi. La determinazione di saper scherzare anche di fronte alle avversità. Una qualità irrimediabilmente perduta, secondo un recente sondaggio condotto da VisitBritain, la principale agenzia turistica del Regno Unito. Gli stranieri hanno smesso di considerare il popolo britannico «spiritoso». Al contrario, il campione internazionale, composto da turisti di 35 nazionalità, ritiene i britannici «arroganti, antipatici e del tutto privi di senso dellumorismo».
Unassurdità, protestano i nostalgici. «È come dire che la Rolls-Royce sia unutilitaria. Umorismo e britannicità sono inscindibili», sostiene Leo McKinstry. Eppure non mancano le conferme di questo declino. In tv imperversa un umorismo che fa sempre meno ridere. Troppo ripiegato sul grottesco, o il disgustoso, per affascinare chi era abituato a stoccate di fioretto e arguzia. Oppure troppo frenato dallautocensura imposta dallossequio imperante al politicamente corretto. Ora anche in Gran Bretagna lumorismo che se la prende con le minoranze etniche, sessuali, religiose è stato messo allindice. Improbabile ascoltare battute su musulmani o gay. Gli omosessuali di fede islamica neppure esistono per i comici britannici. Il dogma del rispetto per il multiculturalismo ha messo il bavaglio anche agli umoristi più sagaci, quelli che un tempo enfatizzavano a colpi di battute, talvolta anche grevi, le diversità, sociali e non. Ora non è più possibile, e per qualcuno lincapacità tutta moderna di saper ridere si riflette in una perdita ancor più grave: la scomparsa di uno spirito di appartenenza largamente condiviso. E ridicoli suonano i provvedimenti ai danni dei pochi arditi che osano ancora infrangere il tabù della normalizzazione. Come lopinionista sportivo Rodney Marsh, censurato per aver preso in giro la risaputa ignoranza di David Beckham, utilizzando come pretesto la tragedia dello tsunami.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.