L’imprenditore: «Se lasci la sanità siamo l’armadio dei tuoi scheletri» L’assessore: «Attenti al telefono...»

RomaUna «organizzazione criminale» radicata nella amministrazione pugliese, con il compito di fare andare in porto «i progetti illeciti» di quello che appare come il classicissimo «sodalizio» tra politica e affari. I business, tutti legati alla sanità: smaltimento dei rifiuti degli ospedali, forniture di servizi e appalti. Questo è il quadro che emerge dalle intercettazioni telefoniche contenute nel decreto di perquisizione notificata agli indagati nella sanitopoli barese. Protagonista della pièce pugliese, Alberto Tedesco, senatore Pd, che al tempo dei fatti era assessore della giunta Vendola. Anche se le conversazioni riportate riguardano soprattutto il collaboratore Mario Malcangi. Poi gli imprenditori con i quali hanno stabilito legami. In primis, Diego Rana, proprietario di un centro di riabilitazione e presidente del Pd di Bisceglie. Poi Vitantonio Roca, direttore amministrativo della società Aura che gestisce residenze sanitarie tra le quali la clinica Madonna della Pace di Andria.
Proprio un colloquio di Rana con Malcangi del 29 luglio 2008 per gli inquirenti prova la «unitarietà di comando» nell’orientare le scelte delle Asl verso le imprese amiche.
Malcangi: «Perché se noi dobbiamo, io sono del parere che se noi dobbiamo partire, la Asl deve essere pronta ai nostri desideri e voleri, piaccia o non piaccia».
6 giugno 2008: Malcangi, parlando con la segretaria di Tedesco: «Avendo sistemato definitivamente Roca e Rana, che mi assorbivano 4-5 ore al giorno l’uno...».
30 giugno 2008: Diego Rana si interroga e scherza con Tedesco su cosa succederebbe in caso di sue dimissioni.
Rana: «Allora dico, sono convinto che se Tedesco lasciasse la sanità noi avremmo un potere immenso».
Tedesco: «Infatti non entrerei più in nessuna...».
Rana: «Diventeremmo un armadio che contiene tutti gli scheletri! (risata) e con un potere immenso... sapere le cose di questo spessore, ma giusto per capire, ci possono essere movimenti?».
Tedesco: «Non credo senza il mio consenso!».
Tedesco poi si fa dettare pezzi del piano sanitario regionale.
Rana: «Metti la pagina e facciamo».
Tedesco: «No, non c’è bisogno! Basta che mi dici gli errori dove stanno».
Rana: «E qui andrebbe, a chiusura del capitolo domiciliari, andrebbe scritto: i trattamenti domiciliari sono eseguiti... dalle strutture pubbliche... e dalle strutture private accreditate provvisorie...».
4 agosto 2008: Capitolo collocamento. Malcangi si interessa di far assumere la conoscente di una congiunta.
Malcangi: «Se a questo cristiano, il titolare, non gli facciamo avere tutte le autorizzazioni di cui ha bisogno, non ci farà la cortesia».
22 settembre 2008: Interessi politici. Mario Malcangi e Vitantonio Roca conversano in ufficio sull’opportunità di appoggiare il locale segretario del Pd Mennea come presidente della Provincia.
Roca: «Allora Diego (Rana) purtroppo se sale mette in difficoltà me! Lui ha avuto! Già ha avuto abbastanza. Ma tutti potremmo avere di più! Ma io per primo per progetti futuri, mi sto muovendo con una grande attenzione, in silenzio, perché mi rendo conto che bisogna fare le cose per bene...».
Malcangi: «Dobbiamo essere inattaccabili!».
23 settembre 2008: nell’ufficio di Alberto Tedesco, Diego Rana si informa delle intenzioni di Roca di appoggiare Mennea.
Tedesco: «Che Roca è un coglione, capito? Non ti fidar di lui».
Rana: «Eh?...».
Tedesco: «(...) Quando pure Ruggero Mennea l’hai tirato dalla parte nostra... dal giorno dopo non vale più un cazzo».
10 novembre 2009: Cautela. Tedesco invita Malcangi alla prudenza nelle conversazioni telefoniche.
Malcangi: «Vedi che ho mandato Paolo da...».
Tedesco: «...ti prego di fare attenzione a quello che dici al telefono».
11 marzo 2009: Interrogato dal pm Digeronimo il direttore tecnico dell’Asl Bari Alessandro Calasso rivela pressioni di Tedesco per rimuovere due funzionari.
Digeronimo: «Perché?».
Calasso: «(Tedesco) esprimeva concetti negativi su di loro. “Dovete rimuoverli, dovete nominare altre persone”. (...) Sosteneva che dovevamo fare una delibera di estensione per lavori che dovevano essere fatti all’oncologico per l’impresa Matarrese».
Nell’esame testimoniale Colella ha rivelato che Tedesco ha fatto pressioni per rimuoverlo dall’incarico.


Digeronimo: «Lei ha saputo di queste intenzioni?».
Calasso: «Come sono arrivato ho incominciato a revocare la delibera di un noleggio di laser al Di Venere della ditta che apparteneva al genero (Elio Rubino, ndr) che era troppo onerosa per la Asl».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica