La Procura di Genova cercherà di capire nei prossimi giorni se ci siano stati dei ritardi da parte della pubblica amministrazione per le opere progettate per lallargamento del Bisagno e la realizzazione dello scolmatore, una galleria che partendo dagli impianti della Sciorba convoglierebbe a mare una quota della piena in eccesso non transitabile a Brignole. È questo uno dei prossimi obiettivi del procuratore capo fecente funzioni di Genova, Vincenzo Scolastico, e del sostituto procuratore Stefano Puppo nellambito dellinchiesta sullalluvione di venerdì scorso, costato la vita a sei persone. Lipotesi più accreditata, ha ribadito Scolastico, è quella del «tappo idraulico» alla confluenza tra il torrente Fereggiano e il fiume Bisagno. Il blocco sarebbe stato causato dai lavori eseguiti nel 1928, con le costruzioni in via delle Brigate Partigiane e in piazza della Vittoria, che hanno ridimensionato la portata dellalveo.
La procura resta insomma convinta che, come fatto notare ieri da Vittorio Feltri, la colpa sia sempre di Benito Mussolini. Per non lasciare nulla di intentato, comunque sul luogo della tragedia è andato ieri il perito nominato dalla procura, il geologo Alfonso Bellini, accompagnato da una squadra di vigili del fuoco e da una pattuglia di carabinieri. Se il restringimento del Bisagno è vecchio di quasi un secolo, appartiene però allo scorso millennio anche il progetto che doveva rappresentare la soluzione. Lo scolmatore del Fereggiano, già progettato, finanziato, iniziato e interrotto più volte.
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