Limmigrazione musulmana sta cambiando lEuropa. Ma per Paul Scheffer, noto intellettuale della sinistra olandese, tra i più rumorosi critici del multiculturalismo, anche lEuropa sta trasformando lentamente la sua comunità musulmana.
È cambiato qualcosa in Olanda dallassassinio di Theo van Gogh, il regista ucciso da un immigrato marocchino nel 2004?
«In Olanda cè una diminuzione nel numero di immigrati a causa di nuove politiche selettive. Questo contraddice lidea che limmigrazione sia un fenomeno fuori controllo e che non si possa fare nulla a riguardo. È anche in corso una sorta di secolarizzazione della comunità islamica. La questione non è solo se limmigrazione musulmana sta cambiando lEuropa, ma se lEuropa cambierà la comunità islamica. Gli islamici stanno realizzando che la libertà despressione, vitale alla loro libertà di culto, è legata alla nostra libertà di criticare la loro fede».
Gli eventi del 2004 hanno avuto un ruolo in questi cambiamenti?
«Sono stati un catalizzatore. Oggi noto maggior coinvolgimento da parte della comunità islamica, prima silenziosa. I moderati hanno iniziato a chiarire le proprie posizioni per limitare lazione degli estremisti sulle comunità».
Che ruolo hanno le politiche selettive dellimmigrazione?
«LEuropa ha bisogno dimmigrazione qualificata. Il Canada e lAustralia sono il modello: stanno mettendo in pratica un tipo di immigrazione selettiva, quello di cui anche noi abbiamo bisogno. Invece, ci sono pressioni da parte degli imprenditori per avere immigrazione poco qualificata. Ma in molti Paesi la disoccupazione è già troppo alta tra gli immigrati».
Lei ha parlato di «dramma del multiculturalismo». Qual è lalternativa a questo modello?
«Gli immigrati devono essere invitati a guardare a loro stessi come a cittadini con responsabilità comuni. Il multiculturalismo tende a valorizzare il gruppo, lidentità. È un modello passato, ora occorre corresponsabilità».
Cè un Paese modello in Europa?
«No. Ci sono problemi comuni, le stesse tensioni sociali, culturali. Ma tutti i Paesi sono diversi. Occorre controllare i confini comuni».
Possiamo fare paragoni con limmigrazione europea verso lAmerica dei secoli scorsi?
«Certo, alcuni studi sugli italiani a Chicago hanno dimostrato problemi simili a quelli attuali: lo stesso tipo di crimini, famiglie che si sfaldano, genitori che perdono lautorità sui figli. Tutti casi reali oggi in Europa. Ci sono similarità sulla percezione degli immigrati: gli italiani non erano i benvenuti. LAmerica ha dibattuto a lungo sulla questione: Che tipo di immigrazione ci serve?. È la domanda che dobbiamo porci noi oggi. Lidea di immigrazione non controllabile mina la tolleranza della nostra società.
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